Roma. Saranno processati il 5 febbraio prossimo dal tribunale i tre funzionari dell’agenzia 1 di corso Vittorio Emanuele della Cassa di Risparmio dell’Aquila, a Roma, utilizzata in passato dal broker Gianfranco Lande (condannato in primo grado a 9 anni di carcere) per portare avanti, senza temere controlli, l’attività di raccolta e investimento del denaro di migliaia di risparmiatori vip della capitale.
A deciderlo è stato il gup Maddalena Cipriani, che ha rinviato a giudizio, per abusivismo finanziario, Maria Gabriella Valentini, e per mancato adempimento dell’obbligo di identificazione della clientela, Roberto D’Alessandro e Marco Maddalena.
Valentini, difesa da Cristina Michetelli, era responsabile dell’agenzia dal 2000 al 2006: con il suo operato, secondo la tesi del pm Luca Tescaroli, avrebbe consentito l’effettuazione di movimentazioni finanziarie di ingente valore, pari a non meno di 65 milioni di euro sia in entrata che in uscita (e riconducibili a Lande e al socio, l’ex amministratore della Eim, Roberto Torregiani), in assenza di plausibile giustificazione economica, in relazione a ‘non autorizzate’ attività di investimento mobiliare e di gestione portafogli.
Quanto agli altri due, D’Alessandro, capo della filiale dal 2006 al 2009, e il successore Maddalena, difesi dall’avvocato Roberto Borgogno, avrebbero conservato, tra l’altro, la classificazione di “società non finanziaria”, sebbene nei documenti predisposti dalla banca e nelle dichiarazioni rese da Lande fosse emerso lo svolgimento di un’attività di gestione di portafogli, e quella di “società non residente”, così assecondando l’attestazione dello stesso broker pur conoscendo la sussistenza di più sedi operative a Roma. Oltre duecento parti civili si sono costituite contro i tre imputati, oltre alla stessa Carispaq citata come responsabile civile.