Simulano il sequestro di un connazionale per avere i soldi del riscatto: tre denunce nell’Aquilano

polizia_auto_3L’Aquila. Truffa e simulazione di reato. Questa l’accusa per le tre persone, due donne (di cui una Georgiana) ed un uomo, denunciati in stato di libertà dagli agenti della Questura de L’Aquila. I tre avevano simulato un rapimento per truffare ed ottenere i soldi da un uomo, G.R., 57 anni, di Rivisondoli.

Quest’ultimo si era presentato nei giorni scorsi negli uffici della Sottosezione autostradale di Pratola Peligna dove ha raccontato di essere stato contattato telefonicamente da una sua amica georgiana, K.B., 24 anni, che diceva di essere stata sequestrata, insieme ad altre nove persone: se per lei se non fosse arrivato il riscatto si sarebbe aperta la strada della prostituzione. La somma richiesta era pari a 1.100 euro.

Una cifra decisamente bassa per una richiesta del genere, che ha insospettito gli agenti della Sottosezione della Polizia giudiziaria dello stesso Comando, i quali, informati del luogo e dell’orario per la consegna della somma per il riscatto alla presenza di ignoti, prima al casello autostradale di Pratola Peligna, poi in una stazione di servizio di Popoli, si sono organizzati fotocopiando le banconote e mettendo sotto controllo il telefono della georgiana.

Dopo un primo sopralluogo, gli agenti della squadra di polizia giudiziaria della Sottosezione, si sono posizionati nei punti strategici per poter avere una visuale completa del luogo dell’appuntamento. Pochi minuti dopo le 18, è arrivata un’automobile con a bordo la georgiana e un’altra donna, J.F, italiana residente a Pescara. Scese dall’automobile, si sono avvicinate al distributore. Poco dopo l’uomo si è fatto vivo, consegnando il denaro e al passaggio nelle mani della “carceriera” sono intervenuti gli agenti che nel frattempo avevano ripreso la scena con la telecamera.

Le successive indagini hanno fatto emergere il quadro completo della storia, che coinvolge, oltre alle due donne, anche il compagno dell’italiana, G.V., originario di Lecce ma domiciliato a Pescara. I tre artefici del raggiro sono stati quindi denunciati a piede libero, mentre il denaro è stato sequestrato.

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