Cialente ritiene “si debba andare a una scelta politica che contempli le esigenze dei cittadini proprietari, ma anche il rispetto dei nuovi e moderni criteri del rispetto del vincolo archeologico o del paesaggio. Tra 10, 15 o 50 anni il mondo potrebbe rimproverarci di non aver saputo ricostruire secondo gli attuali canoni culturali”. Secondo il sindaco della città devastata dal terremoto nel 2009 “questa è una delle grandi questioni culturali, di valore internazionale”.
Con Bray, al telefono, racconta Cialente, “abbiamo avuto un acceso dibattito sulla ricostruzione della città, dove era, come era. Mi sono battuto e mi batterò, confortato dagli storici dell’arte italiani e internazionali, affinché ciò valga per la zona A del centro storico (escludendone gli edifici incongrui, vale a dire gli ecomostri del centro storico, che pure vi sono). Si pone il problema, a fronte delle demolizioni nelle cosiddette aree a breve, quelle a ridosso delle mura, gli scandali degli anni ’50-’70, se ricostruire li’ come era e dove era. Al ministro ho chiesto di venire e capire”.