L’Aquila. Accusato di omicidio colposo per aver lasciato l’amico in mezzo alla bufera. L’escursionista aquilano Paolo Scimia è stato rinviato a giudizio per la morte di Massimiliano Giusti. Il processo fissato dopo un anno esatto dalla tragedia.
Un anno esatto dopo la morte di Massimiliano Giusti, il Gup del tribunale di L’Aquila ha rinviato a giudizio Paolo Scimia con l’accusa di omicidio colposo. La vicenda che coinvolge i due escursionisti aquilani parla di una tragedia della neve: Scimia, 34 anni, è infatti accusato di aver lasciato l’amico inesperto in balia di una terribile bufera di neve che li travolse durante un’escursione sul Gran Sasso d’Italia.
Giusti fu tradito dalla scarsa visibilità che lo fece fatalmente scivolare in un crepaccio dopo essere rimasto senza orientamento: la caduta per una decina di metri ne provocò la morte, mentre Scimia si avventurò a valle in cerca di aiuto. Ciò, secondo l’accusa, lo avrebbe reso corresponsabile della morte 37enne compagno d’avventura: forse, se fosse rimasto con lui, la vittima avrebbe avuto la speranza di salvarsi.
Le indagini furono condotte dai carabinieri di Assergi e si svolsero anche grazie alle testimonianze di alcuni giornalisti informati dei fatti. Gli investigatori si basarono anche sullaricostruzione delle diverse telefonate inviate dai cellulari dei due escursionisti al 118 e ai soccorritori nel momento più critico della vicenda. Ma anche i ricordi postati su Facebook e alcune interviste dello stesso Scimia hanno agevolato molto il lavoro degli inquirenti. Il processo e’ stato fissato al 27 settembre.