Sulmona. Una sua foto intima finisce su Facebook, ma la 15enne ne rimane ignara per settimane. È stata una coetanea a compiere il ‘dispetto’ lo scorso dicembre, ma si è accorta della portata del gesto solo quando tutta la valle Peligna aveva condiviso le immagini. Le indagini compiute grazie a 30 testimoni minorenni.
Un indagine difficile, soprattutto perché sia i protagonisti che i 30 testimoni ascoltati dai carabinieri di Sulmona, guidati dal marescialli capo Luigi Lucente, erano minorenni. L’episodio, però, sembra attualmente non riconducibile alla pedopornografia, né coinvolge penalmente alcun soggetto. In sostanza, una bravata.
Forse un dispetto, quello che una 15enne ha compiuto a dicembre, pubblicando su Facebook il profilo di una coetanea con tanto di foto in atteggiamenti intimi. Uno scherzo, comunque sia un’azione alla quale la giovanissima non ha dato il giusto peso. Solo con il passare delle settimane, quando già decine e decine di teen-ager della valle Peligna avevano cavalcato l’onda cibernetica del profilo ‘pirata’, la ragazzina ha capito quanto l’aveva fatta grossa, provvedendo a cancellare dal social network profilo e immagini. Tutto mentre la diretta protagonista è rimasta completamente ignara della vicenda.
Inevitabile, però, l’avvio dell’indagine, che ha fatto faticare non poco i militari. L’investigazione, infatti, si è basata soprattutto sull’acquisizione di sommarie informazioni rese da 30 piccoli testimoni, tutti ascoltati in presenza dei genitori, come prescrive la normativa, quindi imbarazzati e restii a raccontare i fatti. La vittima del reato, che ha testimoniato per prima in modo da poter poi riscontrare la sua versione con le successive dichiarazioni raccolte, è stata ascoltata in modalità ‘protetta’ con tutte le accortezze che la normativa prevede. Dalle indagini, tuttora in corso, al momento non sono emerse responsabilità di maggiorenni coinvolti nella vicenda, ma non si esclude che il tribunale dei minori non possa procedere sulle singole posizioni di ogni coinvolto qualora emergessero elementi accusatori nel corso delle indagini.