L’Aquila. Aumentano i testimoni, una quindicina circa, ascoltati dai Carabinieri Forestali per ricostruire le dinamiche dell’innesco dell’incendio a Fonte Vetica, sulla Piana di Campo Imperatore, che da sabato scorso, 5 agosto, ha distrutto mille ettari di pineta passando dal versante aquilano a quello pescarese del Gran Sasso.
Sull’accaduto la Procura della Repubblica del capoluogo ha aperto un’inchiesta, al momento contro ignoti, affidata al sostituto procuratore Simonetta Ciccarelli con l’ipotesi di reato di disastro colposo. Le iscrizioni nel registro degli indagati dovrebbero arrivare la settimana prossima, quando alla pm verrà recapitata l’informativa dei militari con tutte le risultanze.
Già la sera stessa dell’incendio erano state identificate sei persone, a oggi non indagate, ma tra le quali potrebbero esserci i presunti responsabili. Le deposizioni dei testi vengono confrontate con i riscontri sul posto attraverso il “metodo delle evidenze fisiche”.
In particolare, secondo quanto appreso da fonti investigative, si cerca di capire quanto ci sia di vero nei racconti di alcune misure di sicurezza che sarebbero state prese dagli autori del barbecue che ha dato vita al rogo, dai cerchi di pietre alla presenza di taniche di acqua o estintori: qualora confermate, potrebbero attenuare alcune responsabilità. Le difficoltà nascono dal fatto che per il trambusto, in quota c’erano migliaia di persone per la 58ª Rassegna ovini, e per il passaggio di uomini e mezzi di soccorso, la zona di innesco, isolata e sequestrata il giorno stesso, risulta inquinata.