Sono passati più di tre anni da quando il Governo italiano, allora presieduto dall’ex premier Silvio Berlusconi, promulgò quello che è passato alla storia come il Decreto Abruzzo.
Nel contesto di quel decreto era previsto un forte aiuto alle zone terremotate da parte del settore dei giochi, nessuno escluso: dalle classiche lotterie come Lotto e SuperEnalotto, passando per le lotterie istantanee (Gratta e Vinci) e per le videolottery, senza dimenticare i giochi di ultima generazione (qui potete trovare una guida al poker online, per capire di cosa stiamo parlando).
Oggi, a oltre mille giorni di distanza, sembra che di quei soldi non ve ne sia ancora traccia. Pare che, facendo i classici conti della serva, L’Aquila e dintorni avrebbero dovuto ricevere qualcosa come 1,2 miliardi di euro dal settore dei giochi. Ma dopo un paio di inchieste televisive portate avanti da Report (la trasmissione di Rai 3 condotta da Milena Gabanelli) l’anno scorso, e un’interrogazione parlamentare sollevata da Augusto di Stanislao dell’Italia dei Valori, ancora tutto tace.
E dire che i concessionari delle videolottery avevano dovuto sborsare anticipatamente 15.000 euro per ogni macchina installata sul territorio italiano. E se le parole hanno ancora un senso in questa Italia, “anticipatamente” significa che almeno una parte di quell’enorme flusso di denaro destinato dal Decreto Abruzzo alla ricostruzione delle zone terremotate sarebbe dovuto arrivare in men che non si dica.
Così, purtroppo, non è stato. Ma se quei soldi non sono mai giunti a destinazione, allora dove possono essere finiti? Chi se li è intascati? E perché, nonostante le insistenze di moltissimi giornalisti e naturalmente dei sindaci delle città colpite dal sisma, ancora nessun rappresentante delle istituzioni si è degnato di dare una risposta concreta?
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