Così il sindaco di Campotosto, Luigi Cannavicci, sulla situazione nel suo comune dopo la scossa di magnitudo 4.2 registrata stanotte con epicentro tra Lazio e Abruzzo, tra Amatrice e Campotosto.
Il sindaco, di professione ingegnere, insieme al tecnico comunale stamani ha effettuato controlli nelle case agibili e abitate, secondo quanto si è appreso un centinaio, e successivamente ha avuto contatti con la Protezione Civile “che ora dovrà mandare i tecnici specializzati per fare sopralluoghi e verifiche più approfondite”. A Campotosto, comune vicino al lago e alle dighe omonime, 300 delle 600 persone residenti vivono in case agibili, la restante parte, in seguito alle scosse dello scorso anno e di quest’anno nel centro Italia, è ospitata nelle casette costruite nel comune e negli alloggi del progetti Case e nei moduli abitativi provvisori (Map) dell’Aquila.
Cannavicci, preoccupato dall’aspetto psicologico, dopo aver fatto istanza alla prefettura, ha ottenuto oggi stesso il ripristino della presenza dei vigili del fuoco “che oltre al ruolo molto importante, hanno una funzione tranquillizzante per la popolazione, scesa in strada per la paura causata dalla scossa”. In quanto ai controlli, il sindaco sottolinea di non sapere se è opportuno fare verifiche visto che “siamo in presenza di uno sciame quindi sarebbe meglio far passare qualche giorno”. “Ho parlato con le istituzioni – conclude – E’ comprensibile che in un momento come questo, di piena estate, di ferie e di sabato, non ci siano risultati a brevissimo termine. Vorrei solo che fossimo rassicurati sulla situazione delle case agibili, dove le persone sono rientrate, dopo la scossa di questa notte”.
“È stato terribile, prima un boato fortissimo poi la scossa, lunghissima”: è quanto raccontano Alessandro e Anna, una coppia di romani che abita a Poggio Cancelli, Comune epicentro della scossa di magnitudo 4.2 registrata alle 4.13 di oggi tra Amatrice e Campotosto.
“Viviamo in roulotte – prosegue la coppia – dal 1 novembre 2016, la scossa del 30 ottobre ci ha danneggiato l’abitazione, siamo stati evacuati, ma i danni maggiori qui li ha fatti quella del 18 gennaio. Questa notte abbiamo rivissuto un incubo. Siamo scesi tutti in strada nel paese, anche i residenti che occupano le Map del sisma del 2009. Non abbiamo diritto a una casetta, la stiamo costruendo a spese nostre perché siamo domiciliati. Il paese si è spopolato, ad agosto 2016 c’erano duemila persone, oggi solo motociclisti di passaggio”. Stanotte c’è stato un ulteriore crollo. “Era un edificio danneggiato dalla scossa del 18 gennaio – spiegano alcuni residenti – non era puntellato, come molti altri, ed è crollato sulla strada”.
foto d’archivio