Si è conclusa all’alba di questa mattina, a Roma, la seconda fase dell’operazione “Costa Dorata” condotta dagli agenti della Squadra Mobile della Questura dell’Aquila, coordinata dalla Procura di Roma e da quella del capoluogo della regione Abruzzo.
Le due attività operative hanno portato all’arresto di 12 persone mentre altre 23 sono state denunciate. Sequestrati in tutto 61 chilogrammi e mezzo di hashish.
Questa mattina gli agenti della Mobile dell’Aquila (diretti da Fabio Ciccimarra) e di Roma su ordine del gip Perla Lori hanno arrestato Vincenzo Piccolo di 41 anni residente a Roma con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio. Le perquisizioni, effettuate anche con l’ausilio di unità cinofile antidroga della Questura di Roma, hanno interessato le abitazioni di cinque persone indagate, tutte residenti nella Capitale. Quella di Liliana Piras di 53 anni, Andrea Riccioni di 40, Piero Mita di 37 di S.Benedetto del Tronto, Maurizio Borgia di 51 anni di Roma e Franco Vittorio Cinquina 59 anni di Chieti, ma residente a Roma. Fra gli indagati anche un palermitano, Salvatore Moreci di 45 anni di Termini Imerese, e un aquilano Antonio Ferrella di 61 anni, entrambi già detenuti poichè trovati in possesso di 61 chilogrammi e mezzo di hashish occultati all’interno di una Bmw Serie 1 insieme a 10mila euro in contanti.
Lo stupefacente, in parte destinato anche al mercato aquilano, era stato acquistato in Spagna attraverso la mediazione di altri due indagati una donna Spagnola Ana Isabel Cuenca di 38 anni e un austriaco, Friedrich Erich Muller di 67, quest’ultimo arrestato in Francia nel marzo 2010 con 130 chilogrammi di hashish. Nel corso delle perquisizioni non è stata rinvenuta altra sostanza stupefacente ma è stata acquisita documentazione di vario genere sulla cui natura sono in corso da parte ulteriori accertamenti.
A gennaio gli agenti della Sezione Antidroga della Squadra mobile aquilana, su disposizione del locale Tribunale avevano arrestato 9 persone segnalando in tutto 13 indagati, fra italiani incensurati e albanesi, tutti responsabili, in concorso, del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nel corso di quella operazione i poliziotti della Questura posero sotto sequestro preventivo anche un noto night club di Alba Adriatica dove alcuni degli arrestati oltre allo smercio di droga favorivano anche l’esercizio della prostituzione. Le intercettazioni telefoniche e i pedinamenti permisero di documentare oltre 40 episodi di spaccio di cocaina tutti fra L’Aquila, Avezzano ed Alba Adriatica. Da una costola di quella indagine sono emersi spunti investigativi che poi hanno determinato gli approfondimenti nei confronti di un sodalizio romano in grado di curare l’ingresso in Italia di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente provenienti dalla Spagna. Le indagini hanno permesso di documentare come gli indagati romani provvedevano alla raccolta dei fondi destinati all’acquisito in Spagna dello stupefacente e alle modalità di trasferimento in Italia dell’hashish facendolo arrivare dalla Spagna fino alla frontiera e di lì, a bordo di auto, trasportarlo fino alla Capitale.