Nella giornata di oggi il gabinetto di Angela Merkel ha nominato un incaricato federale per le vittime degli attentati, Kurt Beck. E spiegando il provvedimento, il portavoce Steffen Seibert ha citato proprio il caso della famiglia italiana, che si è sentita “maltrattata”.
“Cosa dimostra questo? – ha detto – Questo dimostra che l’assistenza nei confronti dei feriti e dei parenti delle vittime non è una cosa che si risolve in poche settimane, che spesso è necessario un accompagnamento più lungo, e che possono esserci problemi, soprattutto quando sono colpiti stranieri, col nostro sistema tedesco, con la sua distribuzione delle competenze, così come con l’arco delle prestazioni di sostegno che offriamo. E quindi è giusto avere qualcuno che faccia da interlocutore per più di tre mesi”.
Beck lavorerà insieme al delegato di Berlino, e una funzione non esclude l’altra, ha detto Seibert, che ha espresso parole di apprezzamento per il grande impegno di chi ha avuto questo ruolo finora. “Io penso che il delegato di Berlino, che si occupa di questo volontariamente, si sia impegnato moltissimo, e non gli vada rivolta alcuna critica – ha affermato -. Ma nulla gioca contro il fatto che lavori al suo fianco anche un incaricato del governo. Ci sono per esempio prestazioni che possono essere messe a disposizione dalle casse statali”.
I genitori di Fabrizia avevano criticato, dalle pagine del Corriere della sera, l’assistenza trovata in Germania, definendo i tedeschi “incompetenti, assenti e insensibili”. Avevano anche affermato di non poter ottenere risarcimenti, se non facendo riferimento a una legge sulle morti per incidenti stradali, fra l’altro da modificare. Seibert ha sottolineato, subito dopo, che esistono vari tipi di risarcimento cui potranno accedere, citando anche un fondo per i parenti delle vittime del terrorismo.
“Cercherò di prendere contatto personalmente con tutte le famiglie e tenterò di essere il loro avvocato su questioni come i risarcimenti”, ha detto Beck, parlando alla Dpa. “Vorrei provare a sostenerli e accompagnarli nel percorso burocratico”, ha concluso, sottolineando di aspirare a essere “quanto più possibile umano e vicino” nell’incontro con le persone colpite”.
PGL