Avezzano. La Guardia di Finanza ha scoperto una mega evasione fiscale da 21 milioni euro. Nei guai sono finite undici persone, principalmente imprenditori marsicani operanti nel settore edile. Il sistema prevedeva l’utilizzo di società di comodo insolventi create ‘ad hoc’ e intestate a diversi prestanome che emettevano una enorme mole di fatture per operazioni inesistenti.
Ciò portava a a grossi benefici fiscali con un’evasione di imposta milionaria. Si tratta di una sorta di frode ‘a carosello’, basata nell’interporre, nelle transizioni economiche e commerciali, società inesistenti. Risultavano anche delle sedi a Sora (Frosinone) che in realtà non esistevano. Scatole vuote su cui ricadevano tutti gli obblighi tributari che non venivano sistematicamente mai assolti. Gli indagati sono L.C.J, 46 anni, nato in Australia, presunta mente dell’organizzazione, T.N. 42 anni, nato in Canada, B.D.M. 46 anni della Romania, residenti però a Celano, B.R. 56 anni, C.S. 56 anni, C.R. 50 anni, M.L. 49 anni, D.E. 46 anni, tutti di Celano, D.C.E. 63 anni di Ortucchio, T.S. 43 anni di Avezzano, T.G.M.A. 63 anni di San Remo.
Le società che facevano capo agli indagati, uno dei quali era la mente dell’organizzazione, potevano proporsi sul mercato edilizio con prezzi più bassi rispetto ad altri operatori del settore, creando di fatto una concorrenza sleale.
La cosiddetta operazione Jhonny è stata condotta dalla Guardia di finanza di Avezzano e dalla Procura, e le indagini sono durate più di due anni. Alcuni degli undici indagati hanno anche cercato di spostare le sedi legali della delle società in altre regioni, nascondendo spesso la documentazione nella speranza di impedire la ricostruzione dei movimenti economici e commerciali. E’ stata accertata un’evasione alle imposte dirette di oltre 16 milioni e mezzo, violazioni dell’Iva per quasi quattro milioni e 300mila euro, con fatture false per oltre sette milioni di euro. Sono stati scoperti anche cinque evasori totali. La Procura di Avezzano, per impedire ulteriori reati finanziari, ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari decreti di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, riguardanti le quote delle due principali società di capitali interessate nella frode e di otto terreni nel territorio marsicano riconducibili al principale indagato.