L’Aquila. Sei progetti per un totale di circa 51 milioni di euro. Sono quelli che partiranno a breve o saranno completati nei prossimi mesi, per dare il via libera alla ricostruzione degli edifici pubblici dell’area di San Bernardino, una delle più significative del centro storico dell’Aquila.
I programmi di recupero delle strutture, danneggiate dal sisma del 2009, sono stati illustrati oggi, nel corso di una conferenza stampa, dal sindaco, Massimo Cialente, e dagli assessori alla Ricostruzione e Ricostruzione pubblica, Pietro Di Stefano e Vladimiro Placidi. I finanziamenti provengono dagli accrediti messi a disposizione dal Commissario per la ricostruzione.
Il primo intervento sarà quello relativo al recupero della scuola elementare De Amicis, che si affaccia proprio su piazza San Bernardino e che fiancheggia la basilica intitolata al Santo di Siena. L’importo complessivo dei lavori è di 16 milioni e 600mila euro, di cui 946mila euro provenienti da una donazione effettuata dalle Amiche per l’Abruzzo, che ha devoluto l’incasso di due concerti.
Fondamentale, come ha ricordato Placidi, è stato lo studio realizzato dal Dipartimento di Ingegneria delle Strutture, delle Acque e del Terreno dell’Università degli Studi dell’Aquila, che si occupa di studi sull’ingegneria sismica. Il progetto è stato poi realizzato dai tecnici degli uffici comunali del settore Ricostruzione pubblica. La gara d’appalto è in corso e il 29 agosto saranno aperte le buste per esaminare le offerte pervenute. Entro settembre, hanno spiegato gli amministratori, verrà redatto il progetto integrato, ultimo adempimento per l’avvio delle opere. “A me piacerebbe che lì ritorni la scuola dell’obbligo, visto che l’edificio avrà il massimo grado di sicurezza sismica” ha detto Cialente “perché in un centro storico grande 167 ettari, come è quello dell’Aquila, la presenza di istituti scolastici dell’obbligo va assicurata”.
Dodici milioni e 200mila euro, di cui 1 milione e 600mila euro raccolti dal giornalista Bruno Vespa attraverso la trasmissione Porta a Porta, saranno invece investiti sul restauro del teatro comunale e 416mila sul ridotto del Teatro, per completare gli interventi già realizzati e che hanno permesso, già da tempo, la riapertura di quest’ultima sala.
Per i lavori finalizzati al recupero dell’ex liceo scientifico di via Maiella saranno invece impiegati 2 milioni e mezzo di euro. Nel sottolineare come le opere di ristrutturazione, già avviate prima del terremoto, abbiano resistito abbastanza bene al sisma, l’assessore Di Stefano ha precisato che lo stabile diventerà sede dell’Urban center, un luogo dove saranno allestite strutture che favoriranno incontri sulla ricostruzione e lo sviluppo dell’Aquila negli anni a venire, in tutti i settori. E’ prevista anche la realizzazione, nello stesso fabbricato, di un vero e proprio museo della ricostruzione.
E’ in fase di progettazione il parcheggio interrato sotto piazza San Bernardino (10 milioni di euro), mentre sono in corso le procedure di gara per il recupero dell’ex sede del provveditorato delle Opere pubbliche, sotto i portici di San Bernardino (9 milioni di euro). Nei prossimi giorni sarà presentato lo studio di riqualificazione dell’area degli immobili Ater di Porta Leone, frutto di un protocollo d’intesa tra il Comune dell’Aquila e la facoltà di Architettura dell’università di Firenze. La presentazione del progetto di riqualificazione verrà effettuata d’intesa con la stessa Ater. I lavori sono stati quantificati in 2.405.000 euro.
“Le difficoltà per dare concretezza a questo intervento massiccio sono state notevoli” ha aggiunto Placidi “perché, senza il bilancio, il Comune non poteva impiegare i fondi messi a disposizione. Per questa ragione siamo riusciti a disegnare un percorso amministrativo che ci ha permesso di accelerare i tempi, sottoscrivendo un’intesa con la direzione regionale e il vice commissario per i beni culturali, nonché con il Provveditorato alle Opere pubbliche, in modo tale che i soldi possano essere impiegati da un unico soggetto, che ha provveduto o provvederà a espletare le gare d’appalto”.
“Questo programma di ricostruzione” ha detto ancora il sindaco “è la conferma tangibile che, nella triste opera di riedificazione della città, c’è chi sta lavorando con i fatti e chi invece predilige solo le parole. Altri dovevano fare quello che il Comune, concretamente, ha poi realizzato. Ma da adesso in poi non sarà più permesso a nessuno di stare o di venire all’Aquila per continuare o iniziare a giocare nell’ambito della ricostruzione o comunque di tutto ciò che attiene alle problematiche seguenti al terremoto, peraltro percependo lauti compensi a carico della collettività”.