Nel ricorso, curato dal presidente della Sezione e dagli avvocati Fausto Corti e Herbert Simone, sottoscritto anche da altri cittadini, si sollevano diversi interrogativi, denunciando la scorrettezza dell’iter procedurale seguito dall’Amministrazione.
“La vendita dell’edificio” si legge nella nota “è stata autorizzata senza alcuna indicazione e garanzia sulla futura destinazione funzionale e urbanistica dell’immobile. E’ stato ignorato il fatto che l’immobile è vincolato per ragioni storico-architettoniche, in quanto esempio tipico dell’architettura Deco’ degli anni ‘20 del XX secolo e che la sua alienazione e il mutamento di destinazione funzionale vanno autorizzati dalla Soprintendenza. Non sono state studiate e analizzate le ripercussioni sull’urbanistica, sulla viabilità, sul traffico. Il progetto approvato dall’Amministrazione parla in modo laconico di inadeguatezza strutturale dell’edificio, senza fornire alcun dato a supporto di questa affermazione. Non è stata effettuata una stima del valore dell’edificio, né quella dei costi per il suo eventuale adeguamento. Il progetto approvato dal Comune dà mano libera all’acquirente di fare quello che vuole con le scuole, in contrasto con le prescrizioni del Piano Regolare Generale. In modo del tutto superficiale non è stata avviata la variante urbanistica, né è stato approvato il Piano di Edilizia Scolastica da parte del Consiglio Comunale. Non è stata rispettata la normativa la quale prevede che ogni zona della città, e quindi anche il centro, ha diritto ad avere scuole di quartiere. Si è prevista la delocalizzazione delle Scuole nella parte Nord della città senza prevedere alcun miglioramento della viabilità pedonale e veicolare: in particolare non si è considerata l’assenza di sottopassaggi ad uso pedonale, tranne quello della Stazione che è del tutto inadeguato e in condizioni di degrado totale. E’ stato previsto che la vendita dell’edificio venga effettuata subito, ben prima che quello nuovo sia pronto, per cui la Scuola Corradini resterà priva di sede per molti anni. Questo fatto è espressamente vietato dalla legge. E’ stata violata da diversi punti di vista la normativa del Codice dei Contratti Pubblici. L’Amministrazione ha, inoltre, ignorato anche le proprie regole che disciplinano le varianti urbanistiche, né è stata compiuta la “valutazione ambientale strategica”.
“La nostra Associazione” dichiara Claudio Palazzi, presidente della Sezione “ha anche lo scopo statutario di tutelare i beni che rilevano dal punto di vista storico-architettonico e di contrastare i progetti che sconvolgono in senso negativo l’assetto urbanistico dei centri urbani. Nel ricorso sono state evidenziate le lacune del progetto, derivanti dal fatto che l’Amministrazione ha voluto agire in modo frettoloso, senza ponderare a dovere la scelta presa. Nonostante le tante dichiarazioni, a parlare sono gli atti ufficiali, i quali non dimostrano in alcun modo che le Scuole Corradini sono un vecchio rudere non ristrutturabile. Riteniamo che qualsiasi decisione debba essere presa dopo un’analisi molto più approfondita di quella fin qui compiuta. Non si può dire che è troppo costoso ristrutturare la Scuola, che comunque allo stato è perfettamente agibile, come certificato dai Tecnici della Protezione Civile che hanno verificato la struttura dopo il sisma del 6 aprile 2009, senza dire a quanto ammontano i costi”.