Continuano, in collaborazione con l’Ufficio Territoriale per la Biodiversità dell’Aquila del Corpo Forestale dello Stato, le operazioni di censimento invernale dell’avifauna nella Riserva naturale del Lago di Campotosto, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
I risultati dell’indagine confermano la straordinaria importanza che riveste il bacino lacustre artificiale per la conservazione della biodiversità. Il lago, attualmente ghiacciato per circa il settanta per cento e circondato da un paesaggio ancora innevato, nonostante le condizioni tipicamente invernali si è rivelato sorprendentemente ricco di uccelli acquatici.
Sono ancora presenti un esemplare femmina di anatra Quattrocchi (Bucephala clangula) e due Morette tabaccate (Aythya nyroca), mentre all’esemplare maschio di Fistione turco (Netta rufina) si è aggiunta una femmina.
Spettacolari le Folaghe, stimate in numero di oltre 2000 e di varia grandezza che, unite, formano dei cerchi nei tratti del lago dove l’acqua non è ghiacciata.
Il rapporto registra inoltre la presenza di numerosi esemplari di Airone cenerino, Alzavola, Cormorano; Fischione; Gabbiano comune, Gabbiano reale, Germano reale; Moretta , Moriglione , Svasso maggiore , Svasso piccolo e Tuffetto.
La Riserva Naturale di popolamento animale del Lago di Campotosto, rappresenta attualmente il maggiore bacino lacustre d’Abruzzo. Il perimetro della Riserva, di circa 1600 ettari, racchiude integralmente l’area lacustre omonima per una superficie di 1.400 ettari.
Il lago presenta una forma a “V” parzialmente rovesciata con il vertice disposto verso oriente; la sua quota d’invaso è posta ad un’altitudine di oltre 1.300 m. slm, sull’altopiano di Campotosto tra le vallate del Vomano, Aterno e Tronto.
Tutto il Bacino è incassato tra i morbidi profili arrotondati dei Monti della Laga e le aspre giogaie del Gran Sasso d’Italia nel cuore del grande Parco Nazionale Gran Sasso Laga.
L’invaso artificiale è stato realizzato nel 1938 per la produzione di energia elettrica, sommergendo un vasto altopiano sede un tempo di un antico lago pleistocenico che ha generato la più grande torbiera appenninica. Su tale torbiera il Marchetti nel 1932 effettuò analisi polliniche, tracciando così, l’antica storia forestale dell’Appennino Abruzzese.
La sede del lago presenta uno sviluppo perimetrale di oltre 42 Km. ed è cinta interamente da strade rotabili, che ne consentono agevolmente di percorrere il periplo. La profondità media del Lago di Campotosto è di metri 13 in corrispondenza della diga sul torrente Rio Arno.