L’uomo, tossicodipendente e sofferente di disturbi psichici, aveva un’ossessione per la vittima, un ex amico che aveva troncato la loro amicizia proprio a causa dei suoi problemi di tossicodipendenza e al quale aveva causato lesioni personali a seguito di una serie di percosse.
A fare le spese di questa sua ossessione sono stati anche i genitori dell’amico, in quanto, nella reiterazione dei suoi atti persecutori, C.E. si è reso responsabile anche dei reati di violazione di domicilio con coltelli, bastoni, piede di porco, arrivando a scardinare il loro cancello di recinzione per recarsi fuori la porta dell’abitazione a minacciare tutti di morte. Più volte il personale della Squadra Volante era intervenuto nel domicilio della vittima.
La condotta persecutoria di C.E., cominciata al telefono e sui social network e proseguita con appostamenti e aggressioni verbali e fisiche, è proseguita in un crescendo di atti violenti nel corso di dieci anni, divenendo insostenibile negli ultimi due, provocando nelle vittime un perdurante stato ansioso dovuto alla paura per la propria incolumità fisica.
L’uomo era già stato sottoposto ad altre misure cautelari personali in strutture sanitarie, ma ad ogni dimissione riprendeva le sue condotte criminose, rifiutando qualsiasi terapia medica. Proprio per questa forte pericolosità sociale il G.I.P. del Tribunale di Avezzano, Francesca Proietti, ha applicato a C.E. la misura degli arresti domiciliari. L’uomo è stato quindi affidato ad una Comunità Riabilitativa Protetta.