Una gaffe che non poteva passare sotto silenzio e non poteva non provocare una marea di reazioni. Indignazione e rabbia nel popolo aquilano. Come a dire: oltre il danno la beffa. Il Tg di Minzolini prima “oscura” e poi “abusa”: di immagini, volti, emozioni, sofferenza, della lotta per il riconoscimento dei propri diritti. “Dimissioni subito” chiedono a gran voce i comitati cittadini.
I fatti: il Tg1 di ieri sera lancia un servizio sulla protesta degli studenti davanti al Senato. Peccato che, in una parte del servizio, le immagini siano quelle relative alla protesta degli aquilani a Roma del 7 luglio scorso, quando i manifestanti erano stati “accolti” a suon di manganellate. Nel video proposto sul Tg della rete ammiraglia si distinguono chiaramente le bandiere neroverdi, simbolo della protesta pacifica aquilana. E, a conferma dell’errore, si possono notare gli abiti tipicamente estivi indossati dalla gente ripresa dalle telecamere. Ma più di tutto, appare strano che gli “studenti” possano protestare contro la riforma universitaria al grido di “L’Aquila L’Aquila”.
“Solo un errore tecnico” chiarisce subito in una nota la segreteria di redazione del Tg1. “Nello scusarci con gli interessati e con i telespettatori, mettiamo in evidenza, tuttavia, che non si è trattato di una scelta editoriale, anche perché le immagini che precedevano e seguivano la sequenza contestata erano di per sé assai eloquenti”.
“E’ la solita disinformazione del Tg” commenta l’assessore comunale Stefania Pezzopane “una vergognosa manipolazione delle immagini e dell’informazione, in cui si cerca di mettere in cattiva luce non solo la protesta degli universitari, ma anche e soprattutto quella dei nostri concittadini. Chiedere le dimissioni del direttore del Tg1 è pletorico. Facciamo appello al presidente della commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, e al garante per le comunicazioni, affinchè intervengano duramente contro questa ennesima beffa, per ripristinare la correttezza d’informazione. Chiediamo non solo l’immediata rettifica del servizio, ma che il direttore risarcisca tutti gli aquilani. I proventi li destineremo per finanziare il progetto scuole aperte, con cui il Comune dell’Aquila intende occuparsi della carenza degli spazi aggregativi e culturali per i giovani di questa martoriata città”.
Sulla questione interviene duramente anche il Vescovo ausiliario de L’Aquila, Mons. Giovanni D’Ercole, il quale si dice “dispiaciuto perché questo modo di fare ci offende come spettatori e come aquilani soprattutto, e getta un’ombra di dubbio su tutto il giornalismo che, in verità, oggi già soffre di credibilità”.