Opi. Si chiama Luca ed è un Camoscio Appenninico maschio di 7 anni, che nella mattinata di ieri è stato trasferito dall’Area Faunistica di Farindola in quella di Opi, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Il trasferimento rientra nel progetto Life “Coornata”, acronimo di “Development of coordinated protection measures for Apennine Chamois (Rupicapra Pyrenaica Ornata)”, condotto, come capofila, dal Parco Nazionale della Majella ed avente come partner il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, il Parco Regionale Sirente Velino, Legambiente e lo stesso Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Luca ha raggiunto una femmina prelevata dall’Area Faunistica di Lama dei Peligni, nel Parco Nazionale della Majella, per creare un nuovo nucleo riproduttore, sulla base al cosiddetto Captive breeding program, in atto nelle aree protette che gestiscono popolazioni di Camoscio.
Accanto al grande interesse conservazionistico, che guarda all’implementazione della specie nell’ecosistema appenninico, la vicenda rivela anche aspetti storico – culturali: il ritorno dei Camosci nel Parco Gran Sasso Laga, dove si erano quasi estinti, è legato a due progetti “Life” avviati negli anni ’90, a partire da alcuni esemplari donati dal Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.