L’Aquila. Domani 23 febbraio dalle ore 9.30 nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Umane – Università degli studi di L’Aquila (viale Nizza, 14), si svolgerà il convegno dal titolo ‘Educare alla decrescita. Discorrendo con Serge Latouche’ che vedrà la prestigiosa presenza del Prof. Serge Latouche.
Apriranno i lavori la prof.ssa Paola Inverardi, Rettrice dell’Università degli Studi dell’Aquila, il prof. Simone Gozzano Direttore del Dipartimento di Scienze Umane, Emanuela Di Giovambattista Assessore alle Politiche sociali del Comune dell’Aquila e Elisabetta Leone, Assessore alla Cultura del Comune dell’Aquila.
L’incontro sarà introdotto e coordinato dalla dott.ssa Silvia Nanni, docente di Pedagogia dell’inclusione e formazione degli adulti presso il Dipartimento di Scienze Umane coadiuvata dal prof. Marco Antonio D’Arcangeli, docente di Pedagogia generale e Storia dell’educazione presso lo stesso Dipartimento. Tra i relatori, il prof. Massimo Fusillo, docente di Critica letteraria e delegato dell’Ateneo per le attività culturali e il prof. Luigi Gaffuri, docente di Geografia e delegato dell’Ateneo per la cooperazione internazionale, migrazioni, sviluppo, anch’essi del Dipartimento di Scienze Umane dell’Aquila.
Il Convegno offre l’occasione per “gli addetti ai lavori” e la cittadinanza tutta, di confrontarsi direttamente con un intellettuale di fama mondiale sul macro-tema della decrescita che la nostra condizione attuale, locale e globale, rende oltremodo urgente e necessario, consentendo di riflettere sulla possibilità di una visione alternativa, “divergente” da quella in cui viviamo.
Serge Latouche (Vannes, 12 gennaio 1940), economista e filosofo francese, Professore emerito di Scienze Economiche all’Université d’Orsay di Parigi, è uno studioso di fama mondiale nell’ambito dell’antropologia economica e tra i principali animatori del Movimento antiutilitarista nelle Scienze sociali; specialista dei rapporti economici e culturali Nord-Sud e dell’epistemologia delle scienze sociali, è uno dei principali sostenitori della decrescita, arrivando a definirsi lui stesso “obiettore di crescita”.