Maxi-operazione contro l’immigrazione clandestina nel Fucino. Un arrestato, otto espulsi e denunce per i proprietari degli “appartamenti”. Una vasta attività di controllo è scattata nelle prime ore della mattinata di govedì ed ha interessato alcune aziende agricole presenti a Luco dei Marsi, Trasacco e Celano. L’operazione, sollecitata dal dal Prefeto Giovanna Maria Iurato, è stata coordinata dalla questura aquilana per combattere la problematica dell’immigrazione clandestina e del conseguente fenomeno del “lavoro nero” presente nel bacino del Fucino.
Nel blitz sono stati impiegati circa 120 uomini delle forze dell’ordine, tra polizia, carabinieri e guardia di finanza, che si sono avvalsi dell’ausilio di 2 unità cinofile e di un elicottero che ha seguito dall’alto le operazioni. Hanno collaborato anche la Direzione Provinciale del Lavoro, l’I.N.P.S., l’I.N.A.I.L. e l’Agenzia delle Entrate ai fini della verifica della posizione lavorativa, assicurativa e tributaria dei lavoratori e dei datori di lavoro.
L’Agenzia delle Entrate, insieme alla Guardia di Finanza, ha avviato, presso 3 aziende, le procedure di controllo fiscale di specifica competenza. Alla fine dell’operazione, nel corso della quale sono stati identificati un centinaio di cittadini extracomunitari, in gran parte di nazionalità marocchina, alcuni stranieri sono stati accompagnati presso il commissariato e la compagnia carabinieri di Avezzano, per verificare la posizione relativa alla loro permanenza sul territorio nazionale. Un marocchino di 25 anni è stato arrestato per non aver rispettato altri provvedimenti di espulsione. Per altri 8 stranieri sono stati emessi i provvedimenti di espulsione con intimazione a lasciare il territorio dello stato mentre a 4 extracomunitari è stato notificato il provvedimento di rifiuto del permesso di soggiorno in quanto non erano in possesso dei requisiti richiesti per permanere nel territorio italiano.
Nel corso dell’operazione sono stati trovati 8 cittadini marocchini alloggiati in condizioni igienico sanitarie molto precarie all’interno di una rimessa trasformata in dormitorio. I proprietari delle strutture saranno denunciati per non aver segnalato all’autorità la presenza degli stranieri e per la mancanza dei requisiti di abitabilità dei locali in cui facevano vivere i malcapitati dai quali percepivano un affitto.