L’Aquila. “La ricostruzione de L’Aquila non è una sfida delle amministrazioni locali ma di tutto il Paese, rispetto alla quale il Parlamento deve recuperare la sua consapevolezza e centralità”. Comincia così la lettera che il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente ha inviato ai segretari, ai presidenti e ai coordinatori dei partiti politici nazionali, chiedendo loro un incontro per affrontare le questioni ancora aperte su ricostruzione, economia, tributi e occupazione.
Nel ricordare come la situazione sia ancora di ”drammatica emergenza” e nel sottolineare gli sforzi del Governo e della Protezione civile, Cialente spiega anche come, nel frattempo ”dal primo luglio, abbiamo dovuto ricominciare a pagare tributi, tasse, mutui, anche delle case crollate”.
”Grande preoccupazione” aggiunge “è indotta dalla previsione contenuta nella manovra economica attualmente in discussione al Senato, che prevede la restituzione del cento% delle tasse sospese per 14 mesi in soli 5 anni a partire dal primo gennaio prossimo. Una serie di provvedimenti che peseranno in primo luogo sulle famiglie e sui lavoratori autonomi, che sempre più piombano nell’inferno della disperazione”.
Il sindaco chiarisce inoltre le ulteriori emergenze dell’Aquila. ”La ricostruzione è ferma perché non abbiamo disponibilità di risorse; come ferma è anche la ricostruzione delle abitazioni con danni di media entità e la ricostruzione delle abitazioni dell’edilizia pubblica; bloccata persino quella degli edifici pubblici strategici”.
E ancora, “delle oltre mille attività produttive che, alla data del 6 aprile 2009, erano localizzate nel centro storico, solo una piccola parte ha riaperto, il più delle volte in strutture provvisorie e con un volume di affari che si attesta tra il 10 e il 30% rispetto al fatturato precedente; la cassa integrazione è aumentata, nell’ultimo anno, dell’800%”.
Di fronte a questa situazione, Cialente chiede ai leader politici nazionali un incontro, “per poter esporre sia quanto è stato fatto che tutto ciò che si deve ancora fare. Mi piacerebbe anche poterla ospitare all’Aquila per mostrarle direttamente la situazione; la nostra è la battaglia, condotta senza divisioni e senza casacche, di una città che, nonostante tutto, vuole tornare a vivere”.
Nella lettera, il sindaco ricorda poi la grande mobilitazione dello scorso 16 giugno e accenna a quella prevista per il 7 luglio a Roma. ”L’intera comunità si è ritrovata in una grande manifestazione composta, dignitosa, commovente, senza bandiere di parte, sotto i colori neroverde, quelli che nel terremoto del 1703 sostituirono il bianco e il rosso del nostro vessillo per legare L’Aquila a due sentimenti: il nero del dolore e il verde della speranza. Il 7 luglio saremo tutti a Roma, sempre e solo con gli stessi colori”.
E, infine, chiede un rapido intervento a sostegno del capoluogo abruzzese. “Abbiamo impegnato tutte le nostre energie per ripartire” ha concluso “mettendo da parte il dolore e superando le mille incertezze per il futuro. Negli ultimi tempi, però, abbiamo l’impressione che, anziché un aiuto, una spinta, la politica finisca per determinare un freno a questa corsa in salita che pure abbiamo intrapreso con determinazione. Se non si interviene subito con una politica di sostegno reale e con provvedimenti immediati, che diano certezze normative e finanziarie sulla ricostruzione, questa città e questo territorio moriranno. Le chiedo pertanto di aiutarci a restare nella città che amiamo, che dà a ciascuno di noi la propria identità e in cui si riconosce questa nobile comunità. Le chiedo di aiutarci a non essere condannati a vederla morire giorno per giorno”.