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Tagliacozzo, la Cassazione conferma il sequestro del villaggio turistico di Don Vito Ciancimino

Roma. La cassazione ha confermato il sequestro cautelare del villaggio turistico “La Contea”, realizzato a Tagliacozzo con capitali provenienti dal tesoro di Vito Ciancimino, padre di Massimo recentemente in Abruzzo per il premio Fava.

La somma investita nel progetto edilizio, tramite la società Alba d’Oro, di cui il 50% apparteneva a Sirco spa (società controllata da Gianni Lapis, avvocato tributarista e prestanome del politico democristiano Vito Ciancimino), ammonta ad un milione e 610mila euro gestiti, come accertato dal Tribunale di Palermo nel 2007.
Per la realizzazione del complesso “La Contea”, la Regione Abruzzo aveva erogato un contributo di 300mila euro.
L’altra metà della società Alba d’Oro era intestata a tre prestanome abruzzesi Achille Ricci (51 anni), Augusto Ricci (47) e Nino Zangari (44), ex assessore allo sport del comune marsicano. I tre prestanome abruzzesi, riciclatori del denaro di Ciancimino, hanno chiesto il dissequestro degli immobili. Il loro ricorso, in Cassazione, è stato dichiarato inammissibile.
Il sequestro era stato deciso il 29 maggio 2009 dal gip del Tribunale di Avezzano. L’atto era stato convalidato dal Tribunale del Riesame di L’Aquila lo scorso 29 giugno e adesso anche dalla Cassazione con la sentenza 18780.