L’Aquila. Condotte persecutorie nei confronti della moglie “in modo da ingenerare nella donna un grave stato di ansia e di paura, costringendola a modificare le proprie abitudini”.
Per questo motivo, Roberto Giacomelli, 58 anni di Roma, ordinario di Reumatologia presso il Dipartimento di scienze cliniche applicate e biotecnologie dell’Università dell’Aquila e membro del Cda presso lo stesso Ateneo, dovrà affrontare il processo fissato a metà novembre del nuovo anno al Tribunale di Roma.
A disporre il rinvio a giudizio, il Gup del Tribunale capitolino, Vilma Passamonti, dopo aver valutato il materiale probatorio raccolto e le testimonianze. Secondo l’accusa Giacomelli, con le sue condotte avrebbe costretto la sua ex moglie “a essere accompagnata a casa da amici e conoscenti, a variare gli orari relativi alle sue uscite di casa o a cambiare gli itinerari per evitare di incontrarlo, a rimanere in casa temendo i suoi continui appostamenti”.
Tra le accuse mosse anche le chiamate incessanti a telefono, ma anche “nell’aggredirla verbalmente per motivi di gelosia, alla presenza di amici o conoscenti e nel minacciarla violentemente con la frase “se mi tradisci ti uccido”.