L’Aquila. Le prime due udienze preliminari nei processi per i crolli del terremoto a L’Aquila, quella del Convitto e della Casa dello studente subiscono uno stop. La causa sta tutta nelle istanze, presentate in Cassazione, per le richieste di trasferimento del processo ad altro tribunale.
La prima, presentata la scorsa settimana, riguarda l’udienza dinanzi al Gup, fissata per lunedì 17 maggio, relativa al Convitto nazionale dove morirono tre minori. Questa mattina gli avvocati Attilio Cecchini, Angelo Colagrande e Massimo Carosi, difensori di due dei nove indagati per omicidio e disastro colposo per il crollo della Casa dello studente, hanno presentato la stessa istanza all’ufficio del Gup.
Anche in questo caso si chiede ai giudici di Cassazione il trasferimento dell’udienza fissata il 28 maggio ad altra sede.
“Il motivo di preoccupazione e disagio per la difesa” si legge nell’istanza “è l’atteggiamento totalizzante assunto dalla locale Procura che ha mantenuto un dialogo costante con le parti lese e loro legali e consulenti, posti a contatti con quelli del pm, ed un rapporto simbiotico con stampa e televisione, responsabili della diffusione di notizie che hanno posto a rischio i valori di ogni cittadino sanciti dalla Legge. Le esternazioni del pm idonee a condizionare la libertà d’espressione e la tranquillità d’animo di quanti in diversa veste hanno avuto ragioni di contatto o rapporti inerenti vicende dei crolli sottoposti ad indagini di polizia giudiziaria, hanno di certo pregiudicato la libera determinazione delle persone chiamate a partecipare al processo”.
I legali si riferiscono alle dichiarazioni rilasciate dal Procuratore capo della Repubblica dell’Aquila ma anche dal comitato dei parenti delle vittime che in più circostanze hanno definito gli indagati “assassini della Casa dello studente” e le vittime del crollo “giovani assassinati”.
Per i tre difensori all’Aquila “si e’ generata una grave situazione locale, extra-giudiziaria ed esterna al processo, tale da turbare il suo normale svolgimento e da pregiudicare la libera determinazione delle persone che vi partecipano e, comunque, tale da suscitare motivi di legittimo sospetto”.
Nell’istanza, infine, si chiede ai giudici della Corte di Cassazione di acquisire la registrazioni delle interviste rilasciate dal Procuratore capo della Repubblica dell’Aquila, Alfredo Rossini.