L’Aquila. Dopo il sisma una tenda per ambulatorio, nei mesi successivi un container, poi la dignità di una struttura in legno e finalmente, 2 anni fa, la rinascita in un ambiente nuovo e dall’alto profilo alberghiero, con angoli così graziosi da sembrare salotti. E’ il filo rosso che rievoca, con pochi flashback, il travagliato tragitto che Terapia del dolore e Cure palliative hanno dovuto percorrere, riuscendo alla fine a riorganizzarsi al meglio con un modello di assistenza che oggi, in Toscana, è stato premiato con un prestigioso riconoscimento.
Questa mattina, infatti, a Montepulciano (Siena), alla presenza del Manager della Asl 1, Giancarlo Silveri, si è tenuta la cerimonia di consegna del premio Mario Luzi (dal nome del noto poeta e senatore della Repubblica, scomparso nel 2005), assegnato all’azienda sanitaria per la proposta di un modello, relativo a dolore e cure palliative giudicato come estremamente efficace e innovativo, diventato specchio della ricostruzione sociale di un territorio ferito. A ricevere il riconoscimento, insieme al Manager Silveri, è stato il professor Franco Marinangeli, coordinatore aziendale della Rete del dolore e cure palliative.
La Rete è stata premiata non solo per la struttura ma anche per l’interazione tra i vari attori della Sanità: università, distretti sanitari, medici di medicina generale, medici della continuità assistenziale, le associazioni di volontariato V.A.Do. e Humanitas.
Il premio, che tra i fondatori annovera anche il Nobel Rita Levi Montalcini, viene attribuito ogni 2 anni da Cittadinanzattiva Toscana onlus-Tribunale diritto del malato, in collaborazione con l’Assessorato regionale alla sanità della regione Toscana. La vera ‘anima’ e forza del premio è il professor Domenico Gioffré, componente della Commissione legge 38 per le cure palliative del Ministero della Sanità nonché docente e studioso di bioetica. La peculiarità dell’innovativo assetto dei servizi della Asl 1, che ha ‘conquistato’ la giuria (con nomi importanti come Silvio Garattini del Mario Negri di Milano), sta nella possibilità di affidare il paziente, a seconda delle necessità, all’ospedale (per casi acuti), all’Hospice oppure di assisterlo a casa, per patologie inguaribili terminali (oncologiche e non) o caratterizzate da dolore cronico. Tutto ciò grazie a una squadra Asl di 10 specialisti (8 anestesisti rianimatori e 2 oncologi) e, soprattutto, a un lavoro di attivo coinvolgimento del medico di famiglia (colui che mette in moto la macchina dell’assistenza Asl) con continui meeting e corsi di formazione.
Della Rete aziendale fanno parte l’Hospice di L’Aquila (ubicato all’edificio ex ONPI), con 12 posti letto, e l’Hospice di Pescina, con 10. Entrambi sono dotati di alta qualità alberghiera e arredi nuovissimi per ricreare una ‘casa’ sanitaria dove il malato sofferente possa godere di tanto affetto e vicinanza dei familiari, fuori dagli schemi convenzionali degli ospedali.
“Per perfezionare il modello che abbiamo messo a punto c’è ancora molto da fare”, afferma Marinangeli”, ma questo premio è la testimonianza che siamo sulla giusta strada”