L’Aquila, la notte del ricordo

processione_l_aquilaL’Aquila. Verità e giustizia: è lo striscione che, in silenzio, i cittadini aquilani hanno steso in via Castello, dietro alla Fontana Luminosa. Per ricordare quella notte di un anno fa che ha strappato 308 persone alla vita, e la vita ad una comunità. Sono partiti poco dopo la mezzanotte da Via Castello: perché alla Fontana Luminosa non si riusciva ad entrare tutti.

Da lontano, migliaia di fiaccole hanno illuminato la città, anche nelle strade che di lampioni accesi ormai non ne hanno più da un anno. Il freddo è quello di un anno fa, al quale si è aggiunta la pioggia: ma passo dopo passo è stato facile intuire che quelle 5000 fiaccole partite all’inizio da Via Castello, sarebbero diventate, all’arrivo in Piazza duomo, decine di migliaia (oltre 25mila persone). Un corteo lunghissimo e silenzioso, con le foto a grandi dimensioni di Michele, Nicola e di tutti i ragazzi morti nella Casa dello Studente e nel Convitto Nazionale. Perché la città non può e non vuole dimenticare quello che è successo un anno fa. “non hanno un futuro, avranno giustizia?” si legge in uno striscione a sfondo nero. E non si hanno più lacrime. Teste chine, fiaccole accese e ancora una volta quel silenzio surreale che da tanti mesi attanaglia L’Aquila. A Piazza Duomo, ad accogliere la testa del corteo un concerto d’archi. E poi, alle 3.20, lo scandire, uno per uno, dei nomi di chi non c’è più. Dieci minuti per ricordare chi ha perso la vita non solo per colpa della terra, ma dell’imperizia umana.
E poi 15 lunghi minuti di campane: a morto, un rintocco per ogni anima dell’Aquila.
A seguire, nella lunga nottata aquilana, la Messa celebrata nella Chiesa di Collemaggio, riservata però a pochi fedeli, a causa dell’impossibilità di garantire la sicurezza per tutti in un edificio fra i più seriamente danneggiati dalla scossa di un anno fa.
E’ passato un anno all’Aquila. Eppure sembra non essere cambiato nulla da quelle 3 e 32.

Eleonora Falci

 

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