L’Aquila. Sono passate poche ore dalla rimozione, sotto le telecamere, di 300 tonnellate di macerie da Piazza Palazzo da parte di vigili del Fuoco e militari: una rimozione che a molti, fra i comitati e i cittadini, è apparsa forzata, indifferenziata, affrettata nella tempistica, data anche la vicinanza alla data delle prossime consultazioni elettorali.
Ed è proprio sul terreno politico che continua la diatriba sullo smaltimento delle macerie.
Da una parte Michele Fina, l’Assessore all’Ambiente della Provincia dell’Aquila: “è una presa in giro, il ministro Prestigiacomo ed il governatore Chiodi stanno prendendo in giro gli aquilani» afferma Fina. «Il problema – ha sottolineato – è che del sistema di smaltimento delle macerie adottato fino ad ora, non è cambiato quasi niente. Le tanto decantate soluzioni alternative non ci sono e, come detto da noi in ogni incontro, non ci saranno. In più, dopo aver annunciato un tempo necessario di dieci anni da parte di Chiodi, ora la Prestigiacomo parla di due mesi. Convinta, come Berlusconi insegna, che gli aquilani siano sempre disposti a ‘bersi tutto quello che gli viene propinato. Ma gli aquilani non sono stupidi e sono stufi»
Gli risponde il Coordinatore provinciale dell’Aquila del Popolo della Libertà, Massimo Verrecchia. «Come al solito la sinistra mostra tutta la sua insofferenza di fronte alla politica concreta del centrodestra che ai proclami puntualmente smentiti del centrosinistra risponde con azioni concrete: dai camion dell’esercito e dei vigili del fuoco alla rimozione delle macerie». E sulle accuse mosse a Chiodi “delle due l’una: o Fina non ha letto il quotidiano locale dove si rettifica un errore materiale o, come nella migliore tradizione comunista, cerca di mistificare la realtà».
Insomma, una diatriba a livello politico che sembra non voler portare da nessuna parte.
Vengono invece dai comitati due iniziative concrete per il fine settimana.
La prima, legata ad un documento dal titolo “Smaltimento macerie: istruzioni per l’uso”. Con un elenco di cosa si sta facendo e cosa si dovrebbe fare. DAll’attuale Rimozione incontrollata e indiscriminata delle macerie, ad un recupero secondo un piano chiaro e completo, con la divisione ed il differenziamento in loco. Dall’attuale distruzione di elementi architettonici di pregio e di oggetti personali, al riuso del materiale edile per la nostra ricostruzione e al recupero degli elementi architettonici di valore, sotto il controllo
costante di tecnici specializzati.
Nel nome della trasparenza e della partecipazione dei cittadini, i comitati saranno presenti in presidio a Piazza Duomo domenica, a partire dalle 9.30, per discutere e proporre alternative e soluzioni.
La seconda, un presidio che si terrà sabato alle ore 10 presso la cava Teges in località Pontignone a Paganica. Gli abitanti della zona chiedono che l’utilizzo delle cave dell´ex Teges 2 e 3 sia temporaneo, per poi procedere al ripristino paesaggistico della località, che non venga espropriata terra agricola per provvedere all’ampliamento della strada e che venga istituita una commissione di garanzia rappresentativa delle comunità coinvolte. Ma l’attenzione è rivolta soprattutto al mantenimento e alla tutela della natura e del paesaggio: si chiede infatti che il sito di Cesarano venga escluso dai possibili siti di stoccaggio, in quanto è già stata deliberata la sua inclusione nel parco NAzionale del gran sasso e Monti della Laga, nonchè la tutela del fiume Vera.