In manette tre napoletani di età compresa tra i 20 e i 47 anni, tutti accusati di usura ai danni di alcuni imprenditori dell’Alto Sangro in gravi difficoltà economiche. L’operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Sulmona e le indagini sono state affidate al Sostituto Procuratore della Repubblica di Sulmona Stefano Iafolla. Al termine dell’inchiesta sono stati emessi gli ordini di custodia cautelare nei confronti dei tre campani.
Le fiamme gialle da mesi avevano avviato una serie di indagini, con intercettazioni telefoniche e pedinamenti nei confronti dei tre soggetti. A fronte della richiesta di restituzione delle somme prestate gravate di interessi usurari, nel momento in cui l’imprenditore cominciava ad avere difficoltà a restituire le somme pattuite, diventate nel frattempo sempre più cospicue, “forzatamente”, gli usurai trasferivano a loro favore o di familiari anche beni immobili.
Il giro illegale di denaro, al momento accertato, è di centinaia di migliaia di euro. I flussi di denaro oggetto dell’attività criminosa sono impressionanti. A fronte di un prestito di 200mila euro, ad una delle vittime negli anni dal 2011 al 2014, gli usurai, ad oggi, hanno ottenuto la somma di circa 442mila euro solo a parziale restituzione del prestito con la prospettiva di riceverne ulteriori 315.130 euro a saldo, sempre se gli usurati fossero stati in grado di “adempiere regolarmente” a tutte le rate pattuite.
In caso di “inadempienza” venivano applicati ulteriori interessi moratori sugli stessi interessi usurari. Il raffinato profilo criminale degli usurai si delinea nel momento in cui, vista l’impossibilità della vittima a versare la liquidità richiesta, il gruppo criminale costringe la stessa a “spogliarsi”, forzatamente, anche di un immobile.
Non solo, ma dalle indagini è anche emerso che oltre ad aver perso la casa, la vittima è stata costretta anche a pagare le rate del mutuo. I 3 usurai, tutti residenti nell’hinterland napoletano, realizzavano una sorta di “pendolarismo usurario” giungendo, con cadenza settimanale, nell’ Alto Sangro, per gestire i loro loschi affari. Ed è proprio durante questa ultima loro trasferta che sono stati bloccati e condotti in carcere.