L’Aquila. Predisporre un piano di monitoraggio della fauna selvatica per evitare nuovi focolai di tubercolosi bovina nel Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise e scongiurare il contagio dell’orso marsicano, specie protetta europea, che in passato è stata vittima di questa malattia a Gioia e Lecce dei Marsi. Sono le proposte che la senatrice del Pd Stefania Pezzopane, eletta in Abruzzo, ha avanzato con una lettera ai ministri della Salute, dell’Ambiente e delle Politiche Agricole.
“Nel 2012 – spiega la senatrice – la tubercolosi bovina si è manifestata in alcuni allevamenti, poi totalmente risanati. A marzo 2014, in località Sperone ai confini del Parco, nel Comune di Gioia dei Marsi è stata rinvenuta un’orsa malata ed è stata individuata un’area a rischio di infezione che comprendeva i pascoli dei comuni di Bisegna, Ortona, Gioia, Lecce nei Marsi e Villavallelonga. Il Servizio Veterinario Asl1 Abruzzo ha dunque disposto un doppio controllo prima e dopo l’accesso ai pascoli su tutti i capi bovini, da cui è emerso un solo caso d’infezione, unico focolaio nel 2014.
In seguito nessun altro animale dell’allevamento è risultato infetto. Da gennaio sono stati eseguiti con esito negativo circa 2.800 controlli sui 1.100 capi dell’area individuata, a conferma che non sussistono rischi per la salute dei visitatori e che i pascoli montani sono sicuri.
I controlli – spiega la senatrice – sono stati disposti sulla base decreto ministeriale 592/1995 che riguarda gli allevamenti, ma non la fauna selvatica. E’ per questo che ho sollecitato i ministri competenti a predisporre subito norme specifiche per le aree protette in cui vivono specie in via di estinzione, come l’orso marsicano”.
Per Stefania Pezopane “bisognerebbe avviare un Piano di monitoraggio della fauna selvatica nel Parco d’Abruzzo, autorizzare il pascolo ad animali identificati attraverso sistemi elettronici, predisporre fondi per l’eventuale gestione di focolai di tubercolosi e per sostenere gli allevatori e prevedere un doppio controllo annuale sugli animali domestici, per le malattie a maggior rischio di propagazione”