L’Aquila: incendiarono palazzo Paone, denunciati 3 giovani

L’Aquila. Una pura bravata dettata dai fiumi dell’alcol. Questo il movente dell’insano gesto compiuto il 6 gennaio scorso da 5 giovani appena maggiorenni – ma la denuncia è’ scattata solo per tre di loro – che ha causato il danneggiamento della parte inferiore della facciata dell’antico palazzo Paone,  primo nel centro storico del capoluogo ad essere stato restaurato dopo il terremoto del 2009, rimasto danneggiato nella parte esterna. Edificato nel Settecento, è situato nel centro storico dell’Aquila.

La Squadra Mobile ha subito risolto il caso evitando così che si potessero creare ipotesi false o delineare scenari inquietanti dietro la motivazione che aveva spinto gli autori a causare l’incendio. Immediata anche la delega della Procura di L’Aquila (pm Dottoressa Simonetta Ciccarelli), a seguito della denuncia direttamente presentata in Procura dal legale della parte offesa.

Comunque già l’8 gennaio scorso sono stati identificati gli autori, rei confessi dell’atto vandalico da ricondurre a motivazioni – stando alle indagini – assolutamente futili e bullesche. In breve, tutti i cinque i ragazzi, dopo aver trascorso assieme parte della nottata presso una discoteca cittadina, nel recarsi a riprendere l’autovettura di proprietà di uno di essi, che era stata parcheggiata nei pressi della Fontana Luminosa, transitando su corso Vittorio Emanuele, giunti all’altezza del palazzo Paone si sono soffermati, ma non tutti, per incendiare un sacco di immondizia che si trovava appoggiato a terra adiacente la parete dello stabile.

Uno di questi, in particolare, con il suo accendino, ha causato la combustione di quella spazzatura, mentre altri due hanno partecipato attivamente all’azione dolosa, alimentando le fiamme tramite l’aggiunta di alcuni pezzi di carta. I restanti due ragazzi non hanno posto in essere condotte tali da cagionare l’incendio.

Dalle dichiarazioni rese dai ragazzi, questi non si sarebbero accorti dell’incendio della facciata, bensì avrebbero appreso il fatto solo dopo essere saliti in macchina, ma le immagini – dice la polizia – li smentiscono: hanno visto tutto ponendo in essere una condotta omissiva.

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