Chieti. Un investimento da 758 mila euro per realizzare a Chieti centro l’Unità di cure primarie. Questo l’impegno che la Direzione dell’Azienda sanitaria locale Lanciano Vasto Chieti ha formalizzato con una delibera adottata in questi giorni, che prevede di ubicare l’attività all’interno del vecchio ospedale “SS. Annunziata”.
Il progetto è stato già realizzato e prevede la ristrutturazione dell’ala Nord del piano terra, in continuità con l’attiguo Centro prelievi, con cui condividerà ingresso principale e corridoi. Le opere edili e impiantistiche previste sono finalizzate a rendere la struttura idonea sotto il profilo della sicurezza, della funzionalità e del comfort ambientale. Saranno realizzati 12 ambulatori specialistici (due per i pediatri di libera scelta, sette per i medici di medicina generale, tre per assistenza specialistica), un’infermeria, sale d’attesa, sette bagni, oltre a spogliatoi e uffici amministrativi.
L’Unità di cure primarie, com’è noto, è stata prevista nella nuova pianificazione sanitaria per dare più servizi ai cittadini con il coinvolgimento dei medici di medicina generale, i quali in forma associata garantiscono assistenza con orario continuato nelle ore diurne. La finalità è anche quella di disincentivare il ricorso al Pronto soccorso per i “codici bianchi”, per quelle problematiche non gravi e di lieve entità che possono essere risolte evitando l’accesso in ospedale.
“Adesso siamo impegnati nella stesura del bando di gara per l’affidamento dei lavori – aggiunge il direttore generale della Asl, Pasquale Flacco – finanziati con fondi di progetti obiettivo della Regione Abruzzo. Puntiamo molto su questa realizzazione che, secondo le nostre stime, potrà essere utilizzata da circa 44 mila assistiti, per i quali farà la differenza poter contare in centro città di assistenza continuativa e qualificata. L’Unità di cure primarie rappresenta un modello di organizzazione sanitaria evoluta fortemente invocata dal’assessore regionale alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci, e che va nella direzione di quel potenziamento di medicina territoriale già avviato nei centri minori e che ora approda anche nel capoluogo”.