Telecamera nel bagno per spiare le colleghe: Impiegato sotto inchiesta a Chieti

Un fatto grave è avvenuto in quel di Chieti, infatti è venuto alla luce un sconcertante caso di violazione della privacy all’interno di un ufficio aziendale.

Un impiegato di 58 anni, residente a Chieti, è attualmente sotto inchiesta per il reato di “interferenze illecite nella vita privata” in seguito alle accuse di aver nascosto una telecamera nel bagno dell’ufficio per spiare le sue colleghe. Se ritenuto colpevole e condannato, rischia una pena che va da sei mesi a quattro anni di reclusione.

telecamera nadcosta
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L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Giancarlo Ciani e condotta dalla polizia, è stata avviata dopo la denuncia presentata da una delle dipendenti dell’azienda coinvolta. Questa dipendente, assistita dall’avvocato Roberto Ferrone, ha scoperto casualmente l’intrusione nella sua privacy durante una normale pausa pranzo.

Impiegato spia colleghe con una telecamera

La vicenda ha avuto inizio quando la donna denunciante, mentre era al lavoro davanti al computer dell’ufficio, ha aperto la cartella “immagini” e ha notato due fotografie scure che non riusciva a decifrare. Quando ha aperto le immagini, ha fatto una scioccante scoperta: le foto mostravano lei stessa, seminuda, all’interno del bagno dell’ufficio.

Con una crescente sensazione di sgomento, la dipendente ha immediatamente fatto irruzione nel bagno in questione e ha scoperto una piccola telecamera nascosta all’interno di un involucro di polistirolo grigio-nero, mimetizzata tra alcuni sottovasi vuoti. Questo dispositivo aveva chiaramente lo scopo di spiare le azioni della vittima nel bagno senza il suo consenso.

occhio che spia
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A quel punto la dipendente ha osservato i movimenti dell’impiegato di 58 anni, notando il suo uscire furtivamente dal bagno cercando di nascondersi dietro a un collega. Sospettando fortemente che l’uomo fosse coinvolto in questa violazione della sua privacy, la donna ha documentato la scena con foto e video, prima di tornare nella sua stanza. Poco dopo, ha notato che la telecamera era sparita.

Inizialmente, la vittima ha condiviso la scoperta solamente con il suo avvocato e la responsabile dell’ufficio, ma successivamente ha deciso di presentare una denuncia formale presso la questura. Questo passo è stato motivato dalla paura che le fotografie e le registrazioni potessero essere state scambiate o addirittura pubblicate online dal responsabile dell’atto illegale.

La donna ha anche segnalato una serie di comportamenti sospetti da parte dell’indagato nel corso degli ultimi mesi, intensificando le preoccupazioni riguardo alle sue intenzioni.

Nei giorni scorsi, la polizia ha perquisito la casa del cinquantottenne e ha sequestrato il suo computer, contenente le prove delle sue azioni illegali. Non è escluso che il pubblico ministero possa nominare un consulente informatico per analizzare il contenuto dei dispositivi sequestrati al fine di raccogliere ulteriori prove.

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