Treglio. “Dopo la giustizia penale anche nell’ambito del processo amministrativo arriva la condanna senza appello al sansificio di Treglio, nel Chietino. Le frasi e i termini utilizzati nella perizia tecnica effettuata dall’ARPAM (Agenzia regionale per l’Ambiente delle Marche) sono un pugno nello stomaco la cui conseguenza principale è il sorgere di ulteriori delicatissime questioni”.
E’ quanto afferma il Consigliere di Sinistra Italiana Leandro Bracco in un comunicato stampa diramato stamane e che riguarda il sansificio Vecere di Treglio la cui attività, nei mesi scorsi, è stata al centro di roventi polemiche causate dalle emissioni in atmosfera prodotte dallo stabilimento industriale.
“Già nel 2015 – spiega Bracco – il Tribunale di Lanciano aveva accertato l’ampio superamento dei limiti di emissioni in atmosfera condannando per reati ambientali la proprietà. Una decisione che in questi giorni ha trovato riconoscimento in un altro documento. Oggi infatti ciò che emerge dagli atti del processo amministrativo assume tratti ancor più gravi e sconcertanti”.
“Il TAR di Pescara – prosegue il Consigliere regionale SI – al fine di verificare la sequenza degli atti di approvazione, la conformità alle norme e la natura stessa delle emissioni dell’impianto di Treglio, ha assegnato all’ARPAM e non all’ARTA Abruzzo lo svolgimento di un approfondimento. L’ARPAM stessa ha così redatto una relazione. La lettura del documento lascia sgomenti e increduli in quanto l’Agenzia marchigiana ha esaminato l’autorizzazione rilasciata nel 2011 e messo nero su bianco come il provvedimento sia ‘da ritenersi non conforme alla disciplina tecnico/amministrativa, in relazione al tipo di impianti ed emissioni’. In particolare – sottolinea Bracco – la relazione medesima precisa come non siano stati stabiliti ‘correttamente i valori limite da prescrivere alle emissioni prodotte dall’impianto termico alimentato a biomassa e dall’impianto di essiccazione'”.
“Viene inoltre rilevato come inascoltato sia rimasto persino il parere della ASL ovvero dell’ente tenuto ad occuparsi della salute pubblica. Come se ciò non fosse già di per sé gravissimo, nel 2015 l’autorizzazione è stata solamente aggiornata”.
“Quindi l’impianto – evidenzia il Consigliere – è stato autorizzato a operare, come per il passato, nel non rispetto dei parametri previsti dalla legge ma attraverso il semplice adeguamento del ‘quadro riassuntivo delle prescrizioni alle emissioni, senza correggere gli errati presupposti’. Si scopre così oggi che bambini, anziani, malati e intere comunità sono state condannate a subire per anni gli effetti deleteri e devastanti di un impianto che autorità pubbliche (sulla carta preposte alla tutela di interessi collettivi) hanno autorizzato a essere operativo come se il rispetto delle norme non esistesse”.
“Mi chiedo – si domanda Bracco – cosa venisse deciso dai vari responsabili nel corso delle conferenze di servizio e delle attività istruttorie. Sulla base di quali elementi venivano assunte decisioni? E quante volte la procedura tecnico/amministrativa non è stata rispettata? E che cosa continua ad accadere ancora oggi sui tavoli nei quali si decide il futuro di discariche e impianti impattanti? Quali norme vengono applicate? E perché su altre si sorvola? Quanto accertato dall’ARPAM non può rimanere senza conseguenze. E’ basilare e imprescindibile comprendere come tutto ciò sia potuto accadere. La Regione deve immediatamente avviare una verifica delle autorizzazioni concesse”.
“Impressionano – rimarca Bracco – i racconti di una moltitudine di cittadini le cui abitazioni si trovano a ridosso del sansificio. Cittadini molte volte costretti a rimanere barricati in casa alla stregua di topi in gabbia. E poi le maestre delle scuole che denunciano l’impossibilità di uscire all’aperto con i bambini. Polveri depositate ovunque, fumi diffusi, emissioni nauseabonde. Il tutto matrice di un quadro dalle tinte fosche e sinistre ma soprattutto malefico per la salute pubblica”. “O si cambia radicalmente registro o le prospettive che ci attendono non potranno che essere all’insegna della negatività. Negatività – conclude Leandro Bracco – sia sul fronte della salubrità dell’ambiente sia per quanto attiene al mondo dell’imprenditoria sana che, legittimamente, vorrebbe svolgere le proprie attività nel rispetto della legalità”.