Chieti. In attesa di azioni di buon senso (indulto, ricorso alla 199, domiciliari per anziani e malati, eccetera) richieste ormai condivise da molti contro il rischio di contagi all’interno delle carceri, Voci di dentro rende noto che nella Casa circondariale di Chieti (oltre 150 detenuti in una struttura che ne può contenere solo 79) il dialogo tra detenuti e direzione sta dando i primi frutti. A tutti sono stati concessi 10 minuti di telefonate al giorno e per le persone più anziane e malate (almeno una decina) è stata fatta richiesta alla magistratura per un provvedimento di invio ai domiciliari. Al momento, per un detenuto che ormai era in scadenza termini è stata autorizzata la detenzione domiciliare; per gli altri la direzione è in attesa della decisione della magistratura.
Da parte dei detenuti è ancora in corso lo sciopero della fame e la battitura notturna delle inferriate dalle ore 20 alle ore 21 e dalle ore 22 alle 22.30, battitura preceduta da un momento di silenzio per le vittime. Una forma di protesta pacifica e non violenta affinché, come dicono gli stessi detenuti in una loro nota, siano avviati i seguenti provvedimenti: 1) misura alternativa per tutti i detenuti sotto i termini di legge 2) chiusura delle sintesi comportamentali, 3) skype e telefonate quotidiane ai familiari per sopperire alla sospensione dei colloqui (quest’ultima richiesta già ottenuta), 4) fornitura di acqua potabile, 5) chiusura ad agenti e addetti ai lavori interni al penitenziario per tutta la durata dello stop ai colloqui, in subordine accesso ai familiari alle stesse condizioni degli agenti penitenziari (con mascherina e controlli medici), 6) nessuna ritorsione per chi partecipa allo sciopero.
Voci di dentro, che sta seguendo quotidianamente la situazione a Chieti e nel carcere di Pescara, afferma la propria contrarietà a provvedimenti di trasferimenti di detenuti da un carcere all’altro, ribadisce la necessità di una liberazione anticipata retroattiva, del blocco dei nuovi ingressi per reati minori, pregressi e cumuli di pena, dell’indulto per tutti i detenuti con pene inferiori ai tre anni, la liberazione da nove carceri italiane di 59 bambini e di 54 mamme.
In considerazione che nel carcere di Chieti mancano prodotti per l’igiene, l’Associazione Voci di dentro invita enti, associazioni, aziende del Comune di portare direttamente in carcere, in via Ianni, saponi, detersivi e disinfettanti, specificando in portineria “offerta con Voci di dentro per i detenuti di Chieti”.
Prevenire il contagio all’interno del carcere, oltre che aiutare chi si trova detenuto – persona che ha diritto alla salute come qualunque cittadino – significa evitare casi di Coronavirus dentro le celle e il conseguente ricovero in ospedale aggravando il sistema sanitario sempre più a corto di posti letto e di sale di rianimazione.