Costituito in piena emergenza covid il network nazionale
Pizzoferrato. In Italia si producono 17 milioni di quintali di patate. 4 su 10 vengono dall’estero. Il commercio globale di patate è in crescita: 20 milioni di ettari e 400 miliardi di chili. L’Europa ne mangia più di quante ne produce. Una patata al giorno toglie il medico di torno: vitamine B3, B5, B6, C, K J, contengono saccarosio, destrosio, lisina, arginina e tanti altri elementi energetici e disinfiammanti dell’apparato digerente. Il succo di patata combatte gli acidi gastrici. Gli chef stellati fanno interi menù a base di patate. Ci sono 3000 varietà e di tanti i colori: gialle, rosse, viola, nere. Cucinate in tutti i modi: Fritte, lesse, arrosto, gelato, dolce, digestivo. La vodka più preziosa nasce ed è il distillato di patata. E si condisce anche il linguaggio con lo spirito di patate. A polpa bianca, gialla, di montagna o di pianura. Le patate sono versatili, materia prima e ingrediente primario. Un prodotto quotidiano, amato a qualsiasi età e latitudine. La patata è l’ortaggio più consumato dagli italiani. Non si tratta di un prodotto tipico, ma di prodotto unico, poiché frutto di diversi territori per microclima, altimetria, composizione del terreno. Quindi le patate sono tutte da assaggiare e tutti i territori produttori da visitare: gran tour della patata. Bisogna sostenere e sviluppare la qualità delle produzioni e dei territori nei quali il tubero più famoso al mondo è il vero protagonista della vita sociale, culturale ed economica. Un imprescindibile fattore identitario, da tutelare e promuovere. .
Da queste premesse nasce l’Associazione Nazionale Città della Patata.
Per questo, i Sindaci dei 19 Comuni Fondatori hanno deciso di “mettersi in rete” e di lavorare insieme alla ricetta per valorizzare la pataticoltura di qualità, il paesaggio, i prodotti tipici, le tradizioni autoctone, la cultura e l’imprenditoria locale.
Nel pieno dell’emergenza sanitaria lavorare per i nostri territori significa anche guardare al futuro e farci trovare pronti quando sarà finita. È tempo di progettare, insieme: con questa riflessione ha aperto l’assemblea Palmerino Fagnilli, Sindaco di Pizzoferrato (CH), uno dei comuni simbolo della patata di montagna che ha fortemente promosso l’iniziativa.
Il network di Comuni di identità abbraccia virtualmente tutta Italia, da nord a Sud. Attraversa la Sila, le montagne abruzzesi, lucane, piemontesi, sarde. Caratterizza il paesaggio della Piana del Fucino e del Delta del Po’, delle valli al cospetto del Terminillo, delle colline dell’ascolano.
Desirée, Asterix, Kennebec, Monalisa: sono solo alcune delle varietà delle protagoniste indiscusse delle manifestazioni, della gastronomia e dell’economia di una rete che attraversa tutto il Paese, senza distinzione di altitudine o di popolazione.
La Rete dei Comuni Italiani, caratterizzati dalla presenza nel territorio comunale di terreni coltivati a patata o sede storica di consolidate e collaudate manifestazioni a sostegno della produzione e del consumo delle patate, ha eletto il Consiglio Direttivo, che rimarrà in carica per tre anni, in un’assemblea costituente propositiva e partecipata: la Presidenza è stata affidata al Sindaco di Pizzoferrato (Palmerino Fagnilli), la Vicepresidenza ai Sindaci del comune meno popoloso, Ingria, con soli 44 abitanti (Igor De Santis), e a quello più popoloso, Avezzano con oltre 40.000 abitanti (Giovanni Di Pangrazio). Gli altri membri del Consiglio sono i Sindaci del Comune di Leonessa (Gianluca Gizzi), Muro Lucano (Giovanni Setaro), Palmiano (Giuseppe Amici) e Parenti (Donatella Deposito).
I Comuni fondatori dell’Associazione Nazionale Città delle Patate sono 19, provenienti da 10 territori regionali differenti: l’Abruzzo è rappresentato da diverse zone ad alta vocazione pataticola, la rinomata piana del Fucino, con i Comuni di Avezzano (AQ) e Gioia dei Marsi (AQ), l’area vestina della patata rossa di Villa Celiera (PE) e il Medio Sangro, con la patata montana prodotta nei Comuni di Civitaluparella (CH), Gamberale (CH), Montenerodomo (CH) e Pizzoferrato (CH), in un progetto con il Parco Nazionale della Majella, Università D’Annunzio e Regione Abruzzo; la Basilicata da Muro Lucano (PZ), con la sua patata d’alta montagna dal marchio De.Co (Denominazione Comunale di Origine); la Calabria dai Comuni produttori della Patata della Sila IGP, Parenti (CS) e Spezzano della Sila (CS); la Campania da San Michele di Serino (AV) e l’Emilia Romagna da Codigoro (FE), due dei Comuni che festeggiano la “regina della tavola” in Sagre gustose e partecipate. I due soci laziali, entrambi del reatino, sono Leonessa (RI) e Borbona (RI), il primo dà il nome alla varietà di patate diffusa nell’altipiano che si dice assolutamente da provare “rescallata” con cipolla e pancetta; la Lombardia è rappresentata dal Comune di Esino Lario (LC), con la sua patata bianca, le Marche dai Comuni di Palmiano (AP) e Pieve Torina (MC), il Piemonte dal piccolissimo Comune di Ingria (TO), con i suoi 44 abitanti protetti dalle vette del Gran Paradiso e la Sardegna da Gavoi (NU), dove si producono ottimi tuberi per il ripieno dei culurgiones.
Realtà diverse, unite dall’inconfondibile tratto distintivo della patata, che diventano più “forti” insieme, attraverso lo scambio di idee, la condivisione di buone pratiche e la progettazione congiunta di strategie di promozione territoriale.
Ma la nascita dell’Associazione èanche il risultato di un movimento patatoso con i suoi patasindaci e i loro patapaesi e patacittà, con le loro patamministrazioni, i patacittadini, con la patafisica amministrativa, la pataeconomia, il linguaggio patatoso, il patasviluppo ecofilosofico, il patasensismo, riassumibili nel concetto della Patacoultura, il dittongo, OU, indica l’enorme vastità del tema patata, che si presta ad essere declinato nell’economia e nella cultura dei territori, coltura e cultura insieme.