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Cronaca Chieti

Lanciano rapina in villa. Le reazioni

Lanciano. Il grave episodio di cronaca che ha colpito nel fine settimana la città di Lanciano ha generato diverse reazioni da parte di associazioni, Enti, partiti e quant’altro

 La nota di Marco Pasquini, responsabile cittadino di Casapound: “Dopo l’ultima violenza gravissima ai danni di una coppia di Lanciano, torniamo a parlare ancora una volta di sicurezza. Nel 2018 il numero di crimini commessi sul territorio cittadino e limitrofo ha avuto un incremento esponenziale. Più volte abbiamo manifestato l’urgenza e l’utilità di un progetto che coinvolgesse tutte le forze di sicurezza e i comuni limitrofi – prosegue Pasquini – Nel maggio 2018, dopo una lunga serie di crimini, abbiamo affisso vari striscioni per la città con la frase ‘Più Sicurezza Subito!’ seguiti ovviamente da un comunicato che facesse capire la gravità della situazione. Ad oggi, dopo quattro mesi, la situazione non è assolutamente cambiata, ma anzi è peggiorata. Chiediamo nuovamente all’amministrazione di trovare il modo di incrementare la presenza degli organi competenti e di rivalutare le misure di sicurezza utilizzate, come telecamere ed altri dispositivi e, dove necessario, aggiungere e potenziare i punti luce sul territorio, deterrente in più contro i malintenzionati. Nei prossimi giorni comunicheremo alla cittadinanza le date di un ciclo d’incontri che andremo ad effettuare proprio in merito alla sicurezza nelle contrade e nel centro città.”

 Anche Fratelli d’Italia interviene sul gravissimo episodio della rapina in villa avvenuta l’altra notte a Lanciano: “Al di là della solidarietà e della vicinanza che vogliamo esprimere alla coppia dei Signori Martelli, vogliamo soffermare la nostra attenzione su quanto la politica si sforzi di essere solidale ma al tempo stesso IPOCRITA. Negare che ci sia un problema di sicurezza oggi nelle nostre case a Lanciano – come fa il Sindaco PUPILLO – così come in qualsiasi altro dei posti dove viviamo e dove abbiamo investito, significa voltarsi dall’altra parte rispetto a un problema: quello della sicurezza. Situazione aggravata dal taglio indiscriminato delle risorse destinate alle forze dell’ordine, dal taglio delle risorse destinate ai rinnovi contrattuali, dal blocco del turnover e quindi delle assunzioni nelle forze dell’ordine. FDI Chieti vuole denunciare un sempre più generalizzato abbandono delle nostre zone a tutti i livelli. E che lo dica il sindaco Pupillo “che va tutto bene” a noi fa ancora più arrabbiare, perché è come se si volesse negare l’abbandono generale dei nostri territori, non solo quanto alla sicurezza, ma anche lo stato di grave abbandono in cui versano le strade, soprattutto quelle provinciali, ne parla proprio il sindaco Presidente di questo ente mai abolito ma abbondantemente depauperato. Quando la politica da una parte esprime solidarietà e dall’altra si affretta a dire che Lanciano e l’Abruzzo siano da ritenere isola felice, noi sorridiamo preoccupati perché si tende a negare l’evidenza di un territorio che è stato abbandonato “anche” dalle istituzioni, una terra dove non c’è visione, dove non c’è programmazione turistica, dove non c’è manutenzione delle nostre strade e delle nostre scuole, dove lo Stato sta arretrando solo in ragione di tagli, risparmi, bilanci, numeri e percentuali, che purtroppo ricadono esclusivamente su cittadini e impresa. La responsabilità che chiediamo alla politica e vogliamo assumere noi di FDI a tutti i livelli, comunale provinciale regionale, è quella di invece prendere coscienza dei problemi che interessano famiglie e imprese del nostro territorio senza negarne i problemi, piuttosto affrontandoli con determinazione soluzioni proposte e risorse”.

 “Non ci sono parole per descrivere la miseria umana di chi fa un uso strumentale di una vicenda come quella della rapina in villa a Lanciano e coglie l’occasione per sparare a zero sul servizio sanitario pubblico”: interviene il direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Pasquale Flacco, sulla polemica sollevata in merito alla presunta inefficienza dei servizi di emergenza nei soccorsi a Carlo Martelli e a sua moglie, vittime di un’aggressione a scopo di rapina mentre dormivano nella loro casa di Lanciano. “Quando è stato chiesto l’intervento del 118, l’ambulanza di Lanciano era impegnata con un’altra emergenza ed è stato inviato un mezzo da Casoli – aggiunge il manager – che impiega meno di venti minuti per arrivare, restando dentro il limite di tempo di intervento fissato dalla normativa nazionale. Inoltre l’operatore del 118 ha anche voluto parlare con il familiare che aveva chiamato la Centrale operativa per conoscere le condizioni dei feriti e attivare il codice rosso in ospedale. La scelta poi di recarsi in ospedale con il proprio mezzo è stata personale e non certo per colmare un ritardo o un’inefficienza. D’altra parte chi ha amministrato la Regione sa perfettamente come sono organizzati i servizi di emergenza e qual è la dotazione di mezzi del 118. Anzi, nel nostro territorio in particolare da due anni sono state raddoppiate le postazioni, così da garantire pari opportunità di cura anche ai residenti delle aree interne. I fatti, dunque, si sono svolti così e non si prestano ad alcuna lettura di tipo diverso, tranne per chi è in malafede e si fa guidare dalla propria cattiva coscienza”.

 “Dopo l’agghiacciante rapina nella villa vicino a Lanciano, in provincia di Chieti, con gli atti di violenza terrificante, non partecipiamo al coro delle dichiarazioni formali e consegneremo al Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani le 900 mila firme raccolte tra i cittadini a sostegno della nostra proposta di legge di iniziativa popolare per la legittima difesa, perché al cittadino deve essere data la possibilità di difendersi, di difendere i propri cari, il proprio patrimonio”. “Nel caso specifico sarebbe senz’ombra di dubbio legittima difesa se i mal capitati avessero ucciso i tre delinquenti che li hanno ridotti in quelle condizioni”, a dichiararlo è il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo precisando che “ci rivolgiamo a Tajani dopo che nella scorsa legislatura del Parlamento Italiano abbiamo fatto di tutto per interessare Camera e Senato – dove sono depositate le precedenti 2 milioni di firme già raccolte in adesione alla stessa nostra proposta – e pertanto si può già intervenire. Crediamo che Tajani, per la sua autorevolezza istituzionale, possa sollecitare Governo e Parlamento italiani a farlo oltre che investire il Parlamento Europeo perché la sicurezza riguarda tutti gli stati dell’Ue”. “Si prenda atto, se non vogliamo continuare a registrare fatti di ferocia inaudita come quello di Lanciano, che in tre anni si è registrato un incremento del 46% delle richieste di porto d’armi e un recente rapporto Eurispes conferma che il 56,2 % degli italiani userebbe un’arma contro estranei in casa di notte, mentre la legge attualmente in vigore dice “Ci vuole un pericolo imminente”. E’ necessario quindi capire se chi mi sta aggredendo sta davvero mettendo in pericolo la mia vita, allora in questo caso posso sparare, ma ad una condizione: non devo avere alternative. Quindi è legittima la difesa solo se c’è il pericolo imminente o se non riesco a trovare in casa un metodo meno offensivo dell’arma. Ma se questa persona avanza, senza un’arma, io avendo legittimamente un’arma sul comodino non posso prenderla perché, se in questo caso io gli sparo, come sarebbe potuto accadere a Lanciano, c’è una colpa: o lesioni colpose o omicidio colposo. Il segretario del Sindacato della Polizia Penitenziaria riferisce che, dopo un giro sui territori in occasione della campagna “sicuri a casa propria”, ha registrato il grande interesse dei cittadini, di associazioni che ci sostengono e che mettono a nudo la lontananza della politica dai problemi veri della gente. Noi vogliamo essere portavoce della forte domanda di legalità. Di fronte ad una criminalità sempre più aggressiva occorre, a nostro parere, aggiornare le norme esistenti collegandole alle nuove domande di sicurezza dei territori, in particolare quelli più esposti agli assalti di una criminalità sempre più violenta e sfrontata. Serve certamente più vigilanza delle forze dell’ordine, ma a loro vanno forniti più mezzi e più personale”. Per Di Giacomo serve certamente più vigilanza delle forze dell’ordine, ma a loro vanno forniti più mezzi e più personale e non è sufficiente il ricorso alla pistola elettronica. “L’ampliamento legislativo della tutela a cui pensiamo – continua – vuole da un lato evitare il rischio di alimentare la cultura dello ‘sceriffo fai da te, ma dall’altro realizzare un deterrente molto più forte verso quella categoria di criminali dediti a furti e rapine nelle nostre abitazioni, che non dovranno mai più beneficiare di alcuna scappatoia giuridica che sarebbe ingiusta e beffarda nei confronti delle vittime. E’ ora di finirla con l’attuale confusione tra carnefici e vittime a vantaggio dei primi”.