Rocca San Giovanni. Premesso che il nostro monitoraggio non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi regionali, precisiamo che la fotografia scattata da Goletta Verde ha l’obiettivo di restituire un’istantanea che denota la presenza di casi cronici, situazioni critiche che segnaliamo da anni, ma per le quali evidentemente nulla è stato fatto.
Nel caso di Rocca San Giovanni, per rispondere al Comune che ci accusa di fare “puerili allarmismi”, precisiamo che il nostro prelievo è stato effettuato alla foce del fiume, perché il nostro obiettivo è quello di puntare l’attenzione sull’inquinamento da scarsa o assente depurazione, mentre le analisi dell’Arta vengono fatte in mare e servono a dare una idoneità alla balneazione lungo un tratto di costa. Continuare a confrontare le due analisi, che hanno punti di prelievo e finalità differenti, è fuorviante e genera soltanto confusione nei bagnanti.
In località “La Foce”, a Rocca San Giovanni, i tecnici lo scorso 19 giugno hanno prelevato un campione nel canale, a circa 5 metri dalla foce, e dalle analisi è risultato un valore di concentrazione di enterococchi intestinali molto alto, tale da farlo risultare fortemente inquinato al giudizio di Goletta Verde. Aggiungiamo che non si tratta della prima volta, è infatti il terzo anno consecutivo che quel punto specifico risulta fortemente inquinato al nostro passaggio. Inoltre sul punto non erano presenti cartelli di divieto di balneazioni né cartelli che informavano i numerosi bagnanti presenti sulla qualità delle acque.
“È chiaro che i riflettori di Goletta Verde resteranno accesi su quel punto fino a quando non registreremo un’inversione di tendenza – dichiara Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo – Siamo pronti a dare il nostro contributo dentro un percorso risolutivo che metta al centro il risanamento dei nostri corsi d’acqua. Lo stesso contratto di costa che oggi sta lavorando su una serie di interventi, può essere il laboratorio adatto per risolvere le singole criticità esistenti in un’ottica di perfezionamento della qualità ambientale dell’intera Costa dei Trabocchi. Non è più tempo di polemiche sterili ma di azioni concrete e corresponsabili che devono conservare ed accrescere la bellezza di uno dei tratti di costa più belli d’Abruzzo e d’Italia, chiamato a vincere la sfida del turismo sostenibile e di nuovo modello economico, sociale ed ambientale”.
Legambiente ritiene che questo tipo di polemiche non aiuti nessuno, piuttosto sarebbe utile se le amministrazioni coinvolte, compresi i comuni dell’entroterra, facciano rete per individuare le criticità depurative e risolverle una volta per tutte. Ne beneficeranno l’ambiente, il turismo e la salute dei cittadini.