Chieti. “Caro padre bruno, ho appreso della Sua forzata scelta di annullare la Processione del Venerdì Santo. Mi unisco sicuramente all’invito fatto oggi dal Governatore del Sacro Monte dei Morti, Giampiero Perrotti, ma, al contempo, Le chiedo di voler valutare quanto appresso”.
Così il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, in una lettera inviata all’arcivescovo, monsignor Bruno Forte, che prosegue: “La Santa Pasqua che ci apprestiamo a vivere, più d’ogni altra, forse, assume ed incarna il senso più profondo della Resurrezione e della Speranza. Per noi teatini, come lei sa per averci accompagnato e guidato negli ultimi 16 anni con la preghiera durante il Venerdì Santo, la Processione è momento di fede e comunione collettiva e segno distintivo della storia personale di ognuno di noi.
In questo periodo, di certo lo è per noi credenti, la fede pare essere l’unico sostegno per la scienza degli uomini che non riesce a dare la soluzione alla pandemia che ci sta colpendo. I simboli della passione di Cristo, la forza spirituale ed emotiva che essi sanno esercitare, sono convinto che sarebbero capaci di accendere quella luce di speranza di cui tutti noi abbiamo bisogno. Darebbero forza soprattutto a quanti stanno combattendo quotidianamente contro la malattia: a chi piange i propri cari, a chi in prima linea lotta da giorni una battaglia impari e a “mani nude” – medici, infermieri, personale ospedaliero, protezione civile, forze dell’ordine e polizia municipale -, a chi, con il proprio lavoro sta garantendo, a noi tutti, di poter continuare ad avere servizi e alimenti.
Per questo, Le chiedo di valutare, il giorno del Venerdì di Passione, la possibilità di esporre i Simboli della processione in Cattedrale e, sulle note del Miserere diffuse in chiesa, far scendere la Sua preghiera. Con l’ausilio della televisione potremmo portare nelle case dei nostri concittadini e di tutto l’Abruzzo il messaggio di Nostro Signore.
So delle limitazioni che ci sono imposte e per primo predico il rispetto delle regole, ma sono certo che in un momento così drammatico, ognuno di noi saprà offrire all’altro quanto ha e può per superare le difficoltà che dovessimo incontrare laddove ritenesse di aderire alla mia richiesta.
Confido che vorrà pensare a quanto chiesto non solo quale primo custode della parola di Pietro, ma anche e soprattutto, quale nostro Pastore. Con reverente affetto”.