Chieti. Niente sospensiva per Megalò2: il ricorso di SILE in Consiglio di Stato sull’annullamento della Conferenza di Servizi di Cepagatti sarà definito in udienza il 2 aprile del prossimo anno. Intanto il SUAP si schiera a favore della cementificazione a ridosso del fiume
WWF, Confcommercio, Confesercenti e CNA annunciano «Nuovi passi, anche giudiziari, a tutela della natura e della collettività»
Niente sospensiva e udienza per il giudizio di merito fissata al 2 aprile del prossimo anno: la SILE Costruzioni s.r.l. e il Comune di Cepagatti, che hanno presentato ricorsi, dovranno attendere la primavera per conoscere la decisione del Consiglio di Stato in relazione alle nuove costruzioni progettate nella piana alluvionale del fiume Pescara, nella zona in cui già sorge il centro commerciale Megalò, a suo tempo realizzato – è bene non dimenticarsene – senza alcuna valutazione di impatto ambientale in virtù di una legge regionale in contrasto con la normativa europea e italiana rimasta in vigore solo per pochi mesi.
Alla sospensiva hanno rinunciato gli stessi ricorrenti dopo un rapido passaggio in aula. L’appello riguarda la sentenza 69/2019 depositata il 7 marzo scorso con la quale il TAR Abruzzo, Sezione Staccata di Pescara, in accoglimento del ricorso n. 209/2018 proposto dalla Regione Abruzzo ha annullato la Determinazione conclusiva del 18.04.2018 della Conferenza di Servizi indetta dal Comune di Cepagatti (PE), avente a oggetto “Programma PRUSST 7-93 Progetto per il completamento “Megalò 2”. Richiesta di voltura titoli abilitativi. Ditta Sile Costruzioni Srl”.
La SILE ha anche proposto ricorso al TAR contro i vari giudizi del Comitato regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) che nei fatti bocciano il progetto. Pure questi ricorsi sono in attesa di definizione con l’udienza di merito per la quale si attende la fissazione di una data. La sospensiva è stata invece negata con una chiarissima ordinanza (n° 41/2019) nella quale, tra l’altro, il TAR scrive che «ai sensi dell’art. 55 comma 10 c.p.a. (= codice procedura amministrativa), la fissazione dell’udienza di discussione in sede cautelare presuppone che le esigenze del ricorrente siano “apprezzabili favorevolmente”; ritenuto che, ad un sommario esame, i motivi di censura dedotti non appaiono, allo stato, supportati da sufficiente fumus boni iuris, tale da indurre a una ragionevole previsione sull’esito favorevole del ricorso (…) va respinta la domanda di sospensione».
Nel frattempo il SUAP (Sportello Unico delle Attività Produttive) Chietino Ortonese, con la firma di procura apposta dal sindaco di Chieti, è sceso in campo intervenendo nei due procedimenti giudiziari in corso, schierandosi accanto alla Sile, evidentemente incurante dei danni arrecati all’ambiente da ulteriori costruzioni in una zona delicata, a ridosso del fiume Pescara e dalla sempre più evidente desertificazione commerciale dell’area urbana.
“WWF Chieti-Pescara, Confcommercio, Confesercenti e CNA – spiega l’avvocato Francesco Paolo Febbo – continueranno nelle loro azioni per la salvaguardia dell’ambiente, per il rispetto della legalità e in difesa dei veri interessi dei cittadini: le costruzioni che si vorrebbero realizzare a ridosso del fiume, oltre a provocare danno paesaggistico, determinano anche un danno economico importante per il territorio. Abbiamo preparato nuovi passi, anche giudiziari, a tutela della natura e della collettività”.