La confisca, di oltre 32 milioni di euro, ha riguardato, fra l’altro, una villa a Francavilla al Mare, due abitazioni di Angelini ubicate a Chieti e una a Pescara ma anche argenti, opere d’arte, alcuni quadri di pregio, oggetti d’oro e pietre preziose. Contro la confisca hanno presentato ricorso i legali di Angelini, gli avvocati Ugo della Monaca di Salerno e Guido Guerra di Roma. L’ordine di esecuzione per la confisca era stato emesso dopo che è diventata definitiva una sentenza di condanna a carico di Angelini a 7 anni di reclusione per truffa ai danni della Regione Abruzzo: secondo l’accusa fra il 2005 e il 2007 la casa di cura Villa Pini, all’epoca di proprietà di Angelini, avrebbe svolto attività sanitaria non coperta da autorizzazione o accreditamento provvisorio effettuando a carico del sistema sanitario nazionale prestazioni per alcune discipline non accreditate.
Attualmente Angelini sta scontando in detenzione domiciliare, per motivi di salute, la condanna a 8 anni per bancarotta fraudolenta del gruppo Villa Pini. In seguito al fallimento del gruppo Villa Pini erano stati venduti all’asta diversi beni dell’imprenditore.