Chieti. Si prepara una ulteriore strage a danno della alberatura cittadina a Chieti: la nuova amministrazione municipale ha aggiornato una determinazione predisposta nel 2019 dalla Giunta Di Primo prevedendo un massiccio intervento con le consuete motivazioni delle cattive condizioni di salute e del rischio per la pubblica incolumità.
Inizialmente si parlava (determinazione dirigenziale 333 del 29.05.2019) di 50 abbattimenti. Nella attuale (1081 del 22.10.2020), al momento consultabile sull’albo pretorio, gli alberi restano 50 ma si scrive a volte di “interventi manutentivi” e in altri punti, con un comico ossimoro, di “interventi manutentivi di abbattimento”. Da nessuna parte viene chiarito quali siano gli alberi interessati né dove si trovino e, quel che è più grave, non si specifica quali dovrebbero essere abbattuti e per quali invece sarà sufficiente la “rimozione delle ramificazioni principali cadenti o deperenti” né si vietano in modo assoluto le dannosissime capitozzature cui spesso si è fatto assurdamente ricorso in passato. Non è accettabile che i cittadini tutti e i portatori di interessi collettivi, come le associazioni ambientaliste, non siano preventivamente informati sull’intera procedura seguita e sulle scelte adottate e l’atto pubblicato sull’albo pretorio deve intanto specificare in dettaglio quali sono gli interventi per ora previsti. Il verde pubblico fa parte del patrimonio urbano, al pari dei manufatti umani: sarebbe quanto mai opportuno, per ragioni politiche e amministrative, annullare in autotutela la deliberazione e riflettere sulla linea da seguire.
Suscita invece un sorriso amaro l’intervento dell’ex assessore all’urbanistica Mario Colantonio che, dopo essere stato un importante componente dell’amministrazione che quei tagli li ha programmati, vanta ora di averli fermati (ma non annullati) e chiede alla nuova Giunta di curare e non abbattere. Ottimo suggerimento, e certamente è meglio ravvedersi tardi piuttosto che non farlo mai, ma Colantonio avrebbe avuto tutto il tempo di far correggere una decisione sbagliata nel momento in cui aveva un ruolo decisionale nel governo cittadino piuttosto che chiederlo solo ora, da consigliere di minoranza. Se è convinto di quel che oggi afferma, e non c’è motivo di dubitarne, ha sciupato davvero una grossa occasione per operare in favore della città con i fatti e non solo con le parole.
Chi siede oggi a palazzo di città ha invece il sacrosanto dovere di agire nell’interesse dei cittadini, che hanno diritto di vivere in un ambiente sano e per quanto possibile naturale. Il verde pubblico va curato. Tagliare un albero è una decisione che può essere presa solo quando non c’è davvero altra soluzione e comunque, quando accade, bisogna provvedere appena possibile alla sua sostituzione. La Giunta Di Primio non lo ha fatto quasi mai, impoverendo enormemente il patrimonio del verde urbano. Non a caso il 20 agosto scorso, dopo gli ennesimi tagli in piazzale Marconi, il WWF aveva diffuso un comunicato stampa in cui giudicava “pessima la gestione del verde dell’amministrazione uscente”, chiedeva di ripiantare alberi al posto di quelli abbattuti e lanciava un appello ai candidati sindaco perché dopo le elezioni si cambiasse radicalmente strategia. Questo primo provvedimento mette invece la Giunta Ferrara nella stessa pericolosa china. Ma si può ancora invertire la tendenza…
Negli anni scorsi il WWF è più volte intervenuto su questo tema chiedendo una serie di interventi sui quali ora sollecitiamo il sindaco Ferrara e i suoi assessori: il varo finalmente di un Regolamento del Verde, che a Chieti manca; maggiore trasparenza nelle comunicazioni; confronti pubblici con cittadini e portatori di interesse. Il tutto senza dimenticare quella che è oggi una esigenza primaria: attivare una seria ed efficiente strategia di contrasto ai cambiamenti climatici, una strategia nella quale il verde urbano ha necessariamente un ruolo di primissimo piano.