Bellia secondo l’accusa, quale amministratore unico della società, che fu dichiarata fallita del 2013, avrebbe distratto somme per un milione e 600.000 euro, tratte su conti intestati alla società ed accesi presso tre banche, mediante bonifici disposti a nome di Irina Sedova, la donna russa alla quale era stato ceduto il 70% del capitale sociale.
La Sedova, accusata di bancarotta documentale, è stata condannata a 6 anni di reclusione. I fatti risalgono ad una decina di anni fa. Sempre secondo l’accusa, Bellia avrebbe distratto altre somme, per 2.947.000 euro, tratte sui conti correnti intestati alla società: si tratta di soldi corrisposti nell’ambito dell’operazione di compravendita di una dimora di grande pregio, Villa Mufarbi, che si trova a Taormina, dalla società Hilde Fortini e conseguenti alla sottoscrizione di un preliminare di vendita di bene altrui firmato dallo stesso Bellia e da due cittadini russi.
Il Tribunale ha poi condannato a 2 anni e 6 mesi Gianmarco Pipia, accusato di aver distrutto la documentazione contabile della Hamilton, una società riconducibile a Bellia.
Assolti per prescrizione la moglie di Bellia, Monica Piersante dall’accusa di ricettazione, e altre due persone ovvero Giuseppe D’Alessandro e Luciano Gallo accusati di reati fiscali.