La patologia viene trattata in modo chirurgico, con l’asportazione di piccole lesioni neoplastiche attraverso tecniche che preservino l’integrità dell’organo, anche se nei casi più aggressivi, con infiltrazioni dei corpi cavernosi e dei linfonodi, si rende necessaria un’azione più demolitiva.
Evidente, dunque, l’impatto prodotto dalla malattia, che inficia pesantemente qualità di vita e relazioni dei pazienti che ne sono colpiti.
Di qui la necessità di dare una risposta qualificata al problema, che alla Asl Lanciano-Vasto-Chieti viene trattato con approccio multidisciplinare e secondo le linee indicate dalla European Association of Urology.
A tale proposito, di recente il gruppo del professor Schips, per iniziativa di Luca Cindolo, ha partecipato a uno studio internazionale multicentrico di tipo osservazionale con oltre 400 pazienti, che ha dimostrato come nel mondo un paziente su quattro non viene curato secondo linee guida, a volte disattese per via della complessità delle decisioni da prendere con il paziente e la sua famiglia.
Lo studio, recentemente recensito al congresso annuale dell’European Association of Urology, ha dimostrato che una migliore sopravvivenza è possibile se il percorso di cura segue scrupolosamente i protocolli e le indicazioni prodotte dall’evidenza scientifica.
Esistono fattori di rischio che possono predisporre allo sviluppo del tumore del pene, come la fimosi, le infiammazioni croniche, la scarsa igiene locale, il fumo, la promiscuità sessuale. Inoltre è provato che le infezioni da papilloma virus possono favorire l’insorgenza della malattia.
L’incidenza del tumore del pene cresce all’aumentare dell’età: la fascia maggiormente colpita è compresa tra i 60 ed i 70 anni.
Uno dei primi sintomi del tumore del pene è una variazione nell’aspetto della pelle che potrebbe cambiare colore, diventare più sottile o più spessa in alcune aree. A volte si formano piccole ulcerazioni o noduli, non sempre dolorosi, e piccole placchette superficiali. Anche variazioni di volume possono indicare la presenza di un tumore, così come un gonfiore che interessa i linfonodi dell’inguine potrebbe essere il segno che la malattia si è diffusa anche oltre il sito di partenza.
Nessuno di questi sintomi da solo è sufficiente per una diagnosi certa di tumore del pene, dal momento che gli stessi potrebbero essere causati anche da patologie benigne; per questo motivo è importante rivolgersi sempre agli specialisti in caso di dubbio.