Chieti. Utero e ovaie asportate per la prima volta con il robot chirurgico “Da Vinci”. L’innovativo intervento è stato effettuato dall’équipe dell’unita operativa di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale di Chieti su una paziente di 49 anni affetta da iperplasia atipica dell’endometrio, dimessa dall’ospedale dopo due sole giornate di degenza.
Il robot, che da oltre un anno viene impiegato al “SS. Annunziata” in chirurgia urologica, addominale e toracica, ora vanta un nuovo campo di applicazione, grazie all’impegno di Marco Liberati, direttore della Ginecologia e della Scuola di specializzazione dell’Università “D’Annunzio” e all’équipe che lo ha supportato, costituita dal ginecologo Franco Frondaroli, dall’anestesista Masciarelli e dagli addetti di sala Di Girolamo, Costabile e D’Angelo.
L’intervento è stato effettuato mediante quattro piccole incisioni sull’addome della paziente, come in una normale laparoscopia; a differenza di quest’ultima, tuttavia, la chirurgia robotica prevede che le pinze chirurgiche non siano manovrate direttamente dal chirurgo, ma dal robot. Il chirurgo è seduto a una consolle posta vicina al tavolo operatorio, dalla quale esegue l’intervento mediante una telecamera con visione tridimensionale e dei comandi che guidano i movimenti delle pinze chirurgiche. Al tavolo operatorio è presente un secondo chirurgo che manovra una pinza libera e gestisce l’assistenza ai bracci del robot.
“I vantaggi della chirurgia robotica sono numerosi – spiega Liberati -: visione tridimensionale, precisione nei movimenti fini delle pinze chirurgiche e maggiore possibilità di movimenti delle stesse, magnificazione del campo operatorio, possibilità di rallentare la velocità di esecuzione dei movimenti delle pinze, telecamera stabile e controllata direttamente dal chirurgo. Questi vantaggi hanno comportato una crescente diffusione della chirurgia robotica in molteplici specialità chirurgiche, tra le quali la ginecologia rappresenta sicuramente una delle branche che offrono maggiori indicazioni a questo tipo di approccio, soprattutto nei casi in cui la laparoscopia tradizionale presenta difficoltà”.
L’intervento è stato effettuato a conclusione di un intenso percorso formativo seguiti dai medici di Chieti presso la Ginecologia Oncologica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, diretta dal Prof. Giovanni Scambia, e in collaborazione con Antonio Pellegrino, Direttore della Ginecologia dell’Ospedale di Lecco.