Cellule staminali, il papà di Noemi scrive a Matteo Renzi

Guardiagrele. “Da papà a papà: Noemi ha bisogno di aiuto! Vedere la propria figlia soffrire sempre di più e non poter far nulla per lenire le sue sofferenze è disarmante”.

È un passaggio della lettera che Andrea Sciarretta, il papà di Noemi, ha scritto oggi al presidente del Consiglio Matteo Renzi per chiedergli un incontro istituzionale per aiutare la bimba di 22 mesi affetta da Sma1, l’atrofia muscolare spinale.

“Scrivo a lei perché la reputo una persona valida e perchè finalmente una carica istituzionale possa incontrare Noemi – si legge nella lettera -. Noi genitori confidiamo vivamente di poterla incontrare in quanto siamo sicuri che si possa aiutare e salvare la vita della piccola Noemi: vi prego di farlo almeno per il suo fratellino Mattia di 5 anni”. Noemi è in lista di attesa all’ ospedale di Brescia per curarsi con il metodo Stamina dopo l’ ordinanza del Tribunale dell’Aquila del dicembre scorso.

“Scrivo a lei presidente – prosegue Sciarretta – perchè dopo il gesto del Papa (che aveva ricevuto la famiglia nella sua residenza di Santa Marta, ndr) abbiamo chiesto di poter incontrare il vostro predecessore Enrico Letta, purtroppo invano. Lotto da un anno per poter migliorare la condizione di mia figlia e automaticamente quella della famiglia intera. Sto rischiando di perdere il posto di lavoro in quanto non abbiamo nessuna figura in grado di gestire la patologia di Noemi e i servizi assistenziali sono gravemente carenti – sottolinea il papà di Noemi – Dopo l’incontro con il Papa il caso di Noemi ha avuto un enorme impatto mediatico e ci hanno scritto da tutto il mondo. Per noi è stato veramente importante ma, purtroppo, non siamo riusciti nel nostro intento, ciò che sta a cuore ormai a tutta l’Italia, aiutare Noemi. Per la Sma non esiste cura al mondo, nessun farmaco ufficiale che possa bloccare la patologia o migliorare la qualità di vita della piccola – scrive ancora nella lettera Sciarretta – l’unica cosa che si può fare è gestirla giornalmente, con accanimento terapeutico oppure accompagnarla dolcemente alla morte: come papà ho scelto la Vita!”.

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