“Ho inteso dare molto risalto alla consegna di questi attestati” ha spiegato il direttore della Casa Circondariale di Chieti, Giuseppina Ruggero “perché ritengo che sia un’attività importante. Fondamentale è l’istruzione perché senza di essa si commettono alcuni errori. Molte di queste persone non hanno un’istruzione adeguata e spesso ciò porta queste persone a sbagliare”.
Nell’ambito di tale progetto, la biblioteca carceraria è stata ordinata e catalogata da un gruppo di detenuti che hanno partecipato al corso di formazione erogato dalla Biblioteca Comunale di Ortona. Il piano formativo per i detenuti della casa circondariale di Chieti si è realizzato nella strutturazione di un percorso didattico con lezioni e assistenza, fornite dalla Biblioteca di Ortona, all’interno della biblioteca del carcere per un totale di 92 ore per 5 detenuti.
“Oggi è la prima volta che vengo qui” ha detto il sindaco di Ortona, Vincenzo D’Ottavio. “Consegno volentieri questo diploma e se dovessi tornare mi piacerebbe dare un riconoscimento più grande. La lettura aiuta a conoscere”.
Si tratta di una iniziativa innovativa, che si colloca tra le varie esperienze nazionali già attive all’interno di alcuni Istituti penitenziari in collaborazione con le biblioteche pubbliche, e che propone la fruizione culturale come terreno privilegiato dei fattori preventivi e educativi dei detenuto.
“il nostro” ha ricordato il direttore della Biblioteca di Ortona, Tito Viola “non è un attestato di frequenza ma di competenza, nel quale si accerta quello che si è appreso”.
“Questo è un tassello importante” ha concluso il funzionario giuridico-pedagogico della Casa Circondariale di Chieti, Stefania Basilisco “vogliamo dare un qualcosa di più, vogliamo fare arrivare più libri possibili e coltivare i bisogni più che gli interessi, il cuore fondamentale del progetto è questo. La prima cosa che vogliamo fare è quella di rendere la biblioteca più fruibile fisicamente. Vogliamo utilizzare questo spazio come un posto dove i detenuti possano andare a leggere il libro, per fare questo ci vuole un grande spirito di collaborazione. Vogliamo dare la possibilità ai detenuti di leggere”.
Francesco Rapino