Chieti. In questi giorni si è tenuto un animato incontro dei rappresentanti delle contrade e dei quartieri che si trovano nel raggio di azione della “antennona” di Colle Arenazze di Chieti. Essa incombe ormai sul territorio teatino e sulla vallata, rovinando il panorama e visibile per decine di chilometri, sorge a ridosso delle case e di un Istituto per anziani. Le centinaia di firmatari dell’esposto fatto qualche mese fa si chiedono che cosa stiano facendo la Procura e il Comune.
Tra questi se lo chiedono anche importanti associazioni e esponenti della cultura, imprenditoria e politica teatina. I cittadini si lamentano soprattutto della poca trasparenza e la totale mancanza d’informazione su questo progetto (sono stati infatti tenuti all’oscuro di tutto). Vari enti pubblici e privati si sono offerti intanto di controllare le radiofrequenze emesse mentre i residenti e gli esercenti turistici (B&B e ristoranti) della zona vedono all’orizzonte un altro disastro, dopo le vicende di Villa Pini, nel mancato sviluppo della zona e si lamentano che le risorse ambientali ed archeologiche della zona non siano per niente tutelate e anzi lasciate nell’incuria e devastate. Si richiede anche una ferma e attiva presa di posizione alla Consulta Comunale per l’Ambiente e ad altri enti preposti alla tutela del territorio e della salute, che per ora sembrano freddini. Resta il fatto che discariche abusive, dissesto del territorio e ora anche radiofrequenze falcidiano i residenti di Colle Arenazze, San Salvatore, via Belvedere, via Polce e sulla popolosa, ma priva di servizi, Tricalle. I rappresentanti sono invece d’accordo che il territorio deve essere governato e lo sviluppo pianificato con rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali e culturali e non devastato dal primo che capita.
Francesco Rapino