Chieti, idrocarburi: filiera delle imprese lancia campagna di informazione sul territorio

convegno_filiera_delle_impreseChieti. La filiera delle aziende operanti in regione fa squadra e chiederà di incontrare nei prossimi giorni il sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico Claudio De Vincentis sulla questione di Ombrina Mare.

Le aziende operanti in Abruzzo nel settore Idrocarburi hanno aderito in massa all’invito di Confindustria Chieti di fare il punto sulla situazione relativa agli insediamenti industriali e alle polemiche di questi giorni e annunciano una campagna di informazione sulle attività in corso: una sfida basata sullo sviluppo sostenibile e sulla convivenza fra attività di esplorazione e produzione di idrocarburi e ambiente. Circa 50 fra le realtà nazionali e internazionali operanti in Abruzzo per la prima volta si sono incontrate oggi nella sala Rossa della Camera di Commercio di Chieti, occasione la presentazione di un’anticipazione dello studio L’impatto economico ed occupazionale del “sistema del valore” degli idrocarburi: il caso Abruzzo, in corso di realizzazione dal Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione e di Economia dell’Università degli studi dell’Aquila per conto di Confindustria Chieti. Aziende che hanno deciso di fare fronte comune, per dare il via ad un nuovo percorso di conoscenza e informazione, affinché gli investimenti economici e occupazionali vengano mantenuti e incrementati nel pieno rispetto della sicurezza e dell’ambiente. Per la prima uno studio descrive la filiera in modo completo e aggiornato, sia in termini economici, con dati in arrivo dalle stesse aziende.

“È arrivato il momento di far conoscere il reale valore del settore idrocarburi in Abruzzo – ha annunciato il presidente di Confindustria Chieti Paolo Primavera – e di ragionare in una logica di sviluppo sostenibile come siamo disposti da sempre a fare, usando le ricadute economiche degli investimenti a tutela dell’ambiente e a promozione delle attività turistiche. È necessario avviare una campagna di informazione incisiva e capillare sull’attività che le aziende di idrocarburi svolgono, che inizi dagli amministratori locali e i politici in modo che sappiano di cosa si sta parlando e come l’Italia sta operando sulle strategie energetiche riguardanti le energia in generale e gli idrocarburi in particolare. È necessario farlo anche perché il sistema è completamente isolato e  iniziare facendo conoscere lo studio presentato oggi, importante perché realizzato con il sistema delle imprese e perché in cifre dice chiaramente cosa rappresenta la filiera, che peso ha sull’economia regionale e sugli scenari futuri della ripresa. Non vogliamo fare contrapposizione, ma favorire uno sviluppo integrato”.

“In Abruzzo abbiamo radici profonde e abbiamo a cuore la nostra attività – ha esordito il presidente di Assomineraria settore Idrocarburi, Pietro Cavanna – come Assomineraria abbiamo da tempo avviato strategie per fare in modo che il territorio non ci rifiuti come sta facendo ora, il nostro sistema di approvvigionamento di energia è molto esposto e dimostra la sia fragilità e c’è la necessità di sviluppare le risorse nazionale, riducendo notevolmente il peso della bolletta energetica. Lavoriamo per pagarci l’energia. Abbiamo molte ostilità, molte dovute a una cattiva informazione: l’opinione pubblica ha una percezione errata di quello che stiamo facendo. Né è noto che chi opera nel settore lo fa con una sicurezza degli impianti e per i lavoratori e una competenza fra le più alte al mondo, investendo ingenti risorse sulla formazione e sulle tecnologie. Ci sono imprese pronte ad investire almeno 15 miliardi  in Italia per andare oltre, con enormi ricadute sia in termini occupazionali che economiche sui territori regionali capaci di salvare l’economia del Paese. Dalla realtà abbiamo le prove tangibili che ciò che diciamo è vero e vogliamo operare in modo che i benefici della nostra attività ricadano sul territorio”.

Il dibattito ha coinvolto anche i responsabili delle aziende presenti che hanno sottolineato il rilievo che ha il settore nel tessuto economico e produttivo regionale, evidenziando il rischio di deindustrializzazione progressiva già in atto e che sarà ulteriormente aggravato nel caso in cui gli investimenti attesi non potranno trovare realizzazione. E’ stato altresì evidenziato come il livello di professionalità delle maestranze impiegate sia garantito anche dal sistema formativo locale, in gran parte coinvolto e potrà generare ulteriori occasioni  di occupazione e lavoro per i giovani abruzzesi. Conoscenza che si traduce anche in ulteriore tutela per il territorio, hanno rimarcato le altre voci del settore, ricordando che il Mare Adriatico è fra i più monitorati dell’intero bacino mediterraneo per via della tecnologia di cui sono dotate le piattaforme e comparando anche altri fattori di rischio ambientale, provenienti da settori diversi da quello degli idrocarburi e lasciati liberi di produrre i propri effetti sul territorio protetto e da proteggere. I risultati della ricerca sono stati sottoposti anche alle organizzazioni sindacali provinciali già sottoscrittrici nel 2011, ad eccezione della Cgil, di un Protocollo d’Intesa a sostegno del settore. Presenti i rappresentanti di Cgil, Uil e Ugl (assente giustificata Cisl), che sono stati incontrati dopo la presentazione. Con loro, pur nel rispetto delle singole posizioni riguardanti il tema degli idrocarburi, Confindustria e Assomineraria hanno concordato azioni congiunte di informazione per i lavoratori, le imprese, il territorio e per valutare le realtà dei vari progetti e le opportunità che vengono offerte alla regione.

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