In Abruzzo oltre 60 aziende che danno lavoro a circa 6000 addetti svolgono attività nel settore estrattivo e nei servizi collegati. La maggior parte di esse è situata in provincia di Chieti. Circa il 70% dei traffici del Porto di Ortona si basa su attività legate al settore e su di esso è prevista la realizzazione di ulteriori investimenti pubblici per circa 100 milioni di euro, destinati a rendere più efficienti sia l’infrastruttura che i servizi.
Secondo uno studio di Nomisma Energia (2010) in Abruzzo gli investimenti privati, fermi per il blocco autorizzativo, per progetti cantierabili e immediatamente attivabili, ammontano a circa 438 milioni di euro solo per gli impianti a terra, mentre altri 200/250 milioni sono relativi alle operazioni off shore, con una ricaduta sull’indotto stimabile in 324 milioni di euro. “La posta in gioco” aggiunge Primavera è la perdita di quasi 1 miliardo di euro di investimenti già stanziati che possono generare da subito circa 1.300 nuovi posti di lavoro, oltre alla conservazione dell’occupazione esistente, inevitabilmente destinata alla riduzione o al trasferimento verso mercati più favorevoli per le aziende”.