Chieti, salvaguardia occupazionale: siglato accordo tra Confindustria e sindacati

porto-panoramicaChieti. Salvaguardia occupazionale e sostenibilità: sono questi gli obiettivi del protocollo d’intesa siglato questa mattina a Chieti tra Confindustria e le organizzazioni sindacali di Cisl, Uil e Ugl teso a salvaguardare l’occupazione nel settore idrocarburi in Abruzzo. “Un segnale forte” ha detto il presidente di Confindustria Chieti, Paolo Primavera “per contrastare la crisi di un comparto industriale che sta risentendo pesantemente della situazione di stallo degli investimenti creatasi a causa del blocco dell’iter autorizzativo in atto in Abruzzo, per la concessione di nuovi permessi per le attività di ricerca ed estrattive di idrocarburi liquidi e gassosi, che rischia di lasciare a casa centinaia di lavoratori, inducendo le grandi aziende di provenienza nazionale e internazionale a investire in altri siti meno problematici e meno soggetti a vincoli”.

In Abruzzo oltre 60 aziende che danno lavoro a circa 6000 addetti svolgono attività nel settore estrattivo e nei servizi collegati. La maggior parte di esse è situata in provincia di Chieti. Circa il 70% dei traffici del Porto di Ortona si basa su attività legate al settore e su di esso è prevista la realizzazione di ulteriori investimenti pubblici per circa 100 milioni di euro, destinati a rendere più efficienti sia l’infrastruttura che i servizi.

Secondo uno studio di Nomisma Energia (2010) in Abruzzo gli investimenti privati, fermi per il blocco autorizzativo, per progetti cantierabili e immediatamente attivabili, ammontano a circa 438 milioni di euro solo per gli impianti a terra, mentre altri 200/250 milioni sono relativi alle operazioni off shore, con una ricaduta sull’indotto stimabile in 324 milioni di euro. “La posta in gioco” aggiunge Primavera è la perdita di quasi 1 miliardo di euro di investimenti già stanziati che possono generare da subito circa 1.300 nuovi posti di lavoro, oltre alla conservazione dell’occupazione esistente, inevitabilmente destinata alla riduzione o al trasferimento verso mercati più favorevoli per le aziende”.

 

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