Ortona. Ortona senza tregua, dopo essere scampata a grandi progetti, che definitivamente ne avrebbero snaturato la storia e l’identità, con impatti ambientali ed economici di non poco conto, eccone altri pronti a destare la preoccupazione di molti ortonesi.
“Da una parte abbiamo il nuovo piano regolatore del porto, attualmente in itinere – si legge in una nota del presidente del Wwf Zona Frentana e Costa Teatina, Fabrizia Arduini – che prevede la cementificazione della spiaggetta del faro e da un altro fronte abbiamo la realizzazione del grande deposito di GPL della Seastok S.r.l. che corre spedito verso l’approvazione. Un territorio non è una sterile scatola vuota da riempire con tutto e il suo contrario, ma un sistema complesso interconnesso, biologicamente, geologicamente e culturalmente. Un sistema da conoscere scrupolosamente, per non incorrere in danni sociali ed economici spesso irreparabili. I territori costieri, in specie la costa dei trabocchi, sono aree di estrema fragilità, essendo aree di transizione. Non capire un concetto di base così eclatante, in specie per chi governa la Cosa pubblica, è di una gravità senza precedenti. In questi giorni gli attivisti volontari dell’Associazione WWF Zona Frentana e Costa Teatina, sono impegnati sulla inchiesta pubblica ( disciplinata dalla Direttiva comunitaria Seveso III), in relazione al deposito di gas di petrolio liquefatto -GPL-, sia per produrre osservazioni di merito – grazie all’aiuto di un pool di esperti – sia per supportare i cittadini nel redigere pareri ed osservazioni relativi al progetto. Il progetto che prevede il deposito di GPL da realizzare al porto di Ortona presenta troppe incognite e diversi aspetti preoccupanti. Già dal 2014 l’Associazione WWF ha sottoposto queste perplessità agli amministratori ed ai cittadini ortonesi, molti dei quali sicuramente non esprimono entusiasmo per queste scelte che condizioneranno definitivamente il futuro sviluppo dello scalo portuale. 25.000 metri cubi di GPL, stoccati in una parte nevralgica della città, con 50/60 autocisterne per 220 giorni l’anno, preoccuperebbero chiunque, sia per la sicurezza, sia per l’impatto economico: il porto da polifunzionale lo diventerebbe sempre meno. Il Lido Saraceni avrà compromesso il suo futuro turistico. Ortona città di mare ha già dovuto rinunciare sostanzialmente alla caletta a nord del castello per la presenza di un oleodotto”.
“L’Associazione WWF – conclude la nota – annuncia l’imminente nascita di un comitato costituito da associazioni e cittadini che si oppongono a questo progetto, e che già si stanno adoperando con le prime iniziative sul territorio. Sabato pomeriggio 28 maggio, lungo corso Vittorio Emanuele, sarà presente il primo banchetto del WWF e di altre associazioni, che metteranno a disposizione dei cittadini il supporto necessario a produrre osservazioni e pareri contro il progetto del deposito GPL di Ortona. Venerdì 3 giugno alle 18,30, presso la sala Eden, ci sarà invece una conferenza dibattito con esperti del settore per avere un quadro, quanto più esaustivo, dal fronte del NO”.